Trend&Food

Rosexpo, Lecce si è colorata di rosa

01 Giu 2016 - 17:22
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Si è concluso ieri Roséxpo, il salone internazionale interamente dedicato ai vini rosati. L'edizione 2016 ha avuto luogo in una location suggestiva: il castello di Carlo V a Lecce, che dal 3 giugno ha ospitato masterclass, degustazioni e seminari pensati ad hoc per winelover ed esperti. Il terzo appuntamento della kermesse ha ospitato più di 150 etichette italiane e ben 46 straniere provenienti da 14 diversi territori: ogni angolo del mondo ha partecipato al più importante appuntamento pugliese sui vini rosati. Le aziende, infatti, arrivavano dal Cile, dalla Turchia, dal Portogallo, dalla Francia e da molti altri paesi.
Al fitto programma hanno aderito e contribuito numerosi partner importanti e di grande spessore: Slow Food Puglia, Slow Wine Italia, Le Donne del Vino di Puglia e, immancabile, l'AIS – Associazione Italiana Sommelier. Ma l'edizione appena conclusa ha anche potuto vantare grandi new entry: innanzitutto Roséxpo ha collaborato con una delle istituzioni più attive nella promozione della cultura enogastronomica, Radici del Sud. Ha inoltre contato fra i suoi nuovi partner la Città del Gusto di Lecce e, per quanto riguarda il settore tecnico, Concours Mondial de Bruxelles, che si è occupato di inviare una selezione di vini rosé provenienti da tutto il mondo, non solo spumanti, ma anche vini fermi.

Roséxpo si è aperto con un seminario dal titolo Il valore del vino rosato, durante il quale hanno conversato Sofia Pepe (dell'azienda vinicola Emidio Pepe), Luigi Cataldi Madonna (dell'omonima azienda), Barbara Toschi (dell'agenzia di marketing Kippis), Andrea Terraneo (presidente di Vinarius), Rita Monastero (chef contributor de Il Gambero Rosso), Laura Minoia (consigliere di Assoenologi Puglia, Calabria e Basilicata) e Gianni Cantele (presidente di Coldiretti Puglia). Dalla collaborazione fra Slow Wine e AIS sono inoltre nate tre interessanti masterclass.

La prima, tenutasi nella giornata di sabato 4 maggio, è stata intitolata Cerasuolo d'Abruzzo a confronto, e ha visto la partecipazione di Fabio Giavedoni e Francesco Muci, rispettivamente curatore nazionale e regionale della guida Slow Wine. La seconda (Una finestra sui rosati del mondo), invece, si è svolta domenica nella sala Pignatelli del castello Carlo V e si è focalizzata sulla scoperta di etichette internazionali in compagnia dei componenti della commissione nazionale AIS. La terza e ultima degustazione, infine, ha affrontato una tematica precisa: le differenze fra due importanti territori del sud, la Sicilia e la Calabria.

La presidente di deGusto (associazione che, oltre a produrre Negroamaro, è l'ideatrice dell'iniziativa), Ilaria Donateo, ha affermato come Roséxpo sia nato con il preciso intento di valorizzare i vini rosati, “partendo dall'esperienza del Salento e promuovendo il confronto con altri vitigni e terroir italiani ed esteri”. “Essenziale nella nostra politica – ha aggiunto – il confronto con altre realtà con le quali abbiamo registrato sodalizi importanti grazie ai quali raccontiamo il mondo del vino partendo dalle peculiarità dei territori.”

Nulla nel corso dell'evento è stato lasciato al caso, tutto è stato curato nei minimi dettagli. Gli ospiti (dai curiosi agli esperti, dagli appassionati ai giornalisti), hanno potuto apprezzare, oltre ovviamente al vino, tante proposte non solo gastronomiche, ma anche culturali. Il castello Carlo V, dove è stata studiata una speciale illuminazione con le luminarie tipiche della cultura popolare salentina, ha infatti ospitato la mostra fotografica dell'associazione Obiettivi: gli interessanti scatti raccontavano raccolta del Negroamaro e le vicende dei produttori associati a deGusto, nel corso della vendemmia dello scorso anno. Fuori dalla fortezza, poi, quattro apecar gastro-tematiche hanno saputo deliziare anche i palati più raffinati, con gustose proposte di street food.

Tanti quindi sono stati gli approfondimenti che hanno fatto da contorno alla tre giorni, che ha avuto però un comun denominatore più che preciso. Se, come ha detto, Ilaria Donateo, “il vino è l'espressione autentica dell'identità di un territorio", non resta che scegliere una sfumatura, e dopo Roséxpo, non si può che optare per il rosa.

Di Indira Fassioni per nerospinto.it

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri