Rimane solo l'imbarazzo della scelta
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Nell'immaginario collettivo è il panino più ghiotto e più ambito. Tra le infinite varianti e i mille diversi ingredienti, quale sarà il più buono del reame?
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Gourmet, classico, di carne o vegano. Sembra proprio che l’hamburger sia il piatto più amato di sempre. Apprezzato da grandi e piccini e persino dai palati più esigenti e raffinati. E oggi, 28 maggio, una giornata (l’Hamburger Day) lo festeggia in tutto il mondo.
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Notoriamente il piatto da fast food per eccellenza e il simbolo della gastronomia made in Usa, in questi ultimi tempi l’hamburger ha però cambiato pelle trasformandosi e reinventandosi continuamente nei modi più diversi, talvolta stravaganti, più spesso golosi. Almeno nel nostro Paese, dove si è imposto l’hamburger gourmet, un hamburger che si lascia mangiare e apprezzare perché condito con abbinamenti particolari e creativi e prodotti di alta qualità.
A prescindere dalla tipologia di panino, di carne e di condimenti, si tratta di un piatto che è entrato a pieno titolo nella ristorazione e nella “dieta” degli italiani. Sono sempre più i ristoranti che lo propongono in carta, così come le prenotazioni di ristoranti che lo servono. Ma facciamo un salto indietro per scoprire da dove viene e qual è la sua storia.
L' origine dell'hamburger non è certa, ma è probabile che la sua entrata in scena risalga al XV secolo, periodo in cui la carne macinata (che è alla base della ricetta classica del panino) era considerata un alimento prelibato in tutta Europa, ed è qui che l’hamburger è nato e si è diffuso. Nel XVIII secolo Amburgo era il porto più importante del vecchio continente da cui salpavano le navi dirette verso l’America; gli immigrati e i marinai tedeschi in viaggio verso il nuovo mondo portavano con sé le proprie ricette preferite. La comparsa del vero hamburger avviene quindi a New York, i cui porti accoglievano le navi provenienti dall’Europa e in particolare dalla Germania. Lungo i porti, infatti, i baracchini iniziarono a proporre l’hamburg steak, per attirare i marinai tedeschi.
Il primo ristorante americano a includere nel proprio menù l’hamburger a New York fu Delmonico’s nel 1826. Per quanto riguarda la trasposizione americana dell’hamburger, la versione più accreditata riporta che il luogo natale dell’hamburger sia Tulsa (Oklahoma), a opera di Oscar Weber Bilby che servì il primo vero panino nel 1891 su ‘bun’, tipico panino dolce. Da allora, la sua diffusione è stata inarrestabile, con l’apertura dei primi fast food a partire dal 1921, che negli anni hanno standardizzato la ricetta e uniformato il processo di realizzazione dei panini in tutto il mondo.
Ritorniamo al presente. Dove l'hamburger che va per la maggiore è il classico (in versione gourmet), quello di carne, ma dove sempre di più si fanno largo spazio anche quello di pesce, di verdura e di legumi (rinomati sono quelli di Flower Burger) per chi desidera avere uno stile alimentare più sano.
Le ultimissime tendenze lo vedono abbinato all’avocado e concettualmente al poké, l’iconico piatto di origine hawaiana nato tra le onde dei surfisti e composto da pesce crudo, con marinature, salse e spezie.
Ad aprire la strada alla moda all’avocado burger è stata la food stylist di Amsterdam Colette Dike, tramite il suo sito e il suo account Instagram. Un amore per l’avocado, il suo, che l’ha portata a creare degli hamburger dove al posto delle classiche fette di pane, c’è proprio il frutto, tagliato a metà per poter ospitare il gustoso ripieno.
Quanto al poké burger, invece, è del famoso locale milanese con la passione per il tè matcha giapponese, Macha Cafè, il merito di aver proposto per primo il poké in chiave 2.0: un’esplosione di sapori e colori ottenuti da un mix di salmone, edamame, avocado, lime, zenzero, erba cipollina e mandorle tritate. L’asso nella manica? Il riso rosa (ottenuto con un estratto naturale di barbabietola), che gli fa da scrigno.
Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti. E chissà cosa ci riserverà ancora il futuro!
Di Indira Fassioni