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Il centro storico di Parma è pronto ad accogliere gli Chef stellati che si prodigheranno nella preparazione di una cena speciale i cui proventi andranno alle famiglie in difficoltà
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Una cena solidale per mille persone, tra le stelle della cucina. Domani, 3 settembre, nella città ducale torna la Cena dei Mille, evento che rientra nell’ambito del Settembre Gastronomico, progetto corale per la promozione delle filiere di prodotto made-in-Parma, voluto dal Comune di Parma e dalla Fondazione Parma UNESCO City of Gastronomy, sotto la regia di Parma Alimentare e Parma io ci sto! e con il supporto di Destinazione Turistica Emilia.
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Domani sera, il centro storico di Parma si trasformerà ancora una volta in un ristorante gourmet sotto le stelle: una tavolata lunga 500 metri si snoderà tra Piazza Garibaldi e Strada della Repubblica, pronta ad accogliere mille ospiti. Il tutto con una nobile finalità benefica: la cena, infatti, contribuirà a raccogliere fondi a favore dell’Emporio Solidale di Parma, realtà nata nel 2010, che assiste oggi oltre mille famiglie in difficoltà.
La proposta gastronomica è di grande livello. Sia per l’eccellenza delle materie prime – la sfida consiste nel valorizzare in modo originale un patrimonio unico, che spazia dalle DOP Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma alla pasta, dal pomodoro alle alici di Parma – sia per gli chef coinvolti. Si comincia dalla squadra di Parma Quality Restaurants, capitanata dallo chef Enrico Bergonzi, che rappresenta la migliore espressione dell’alta cucina parmense: ne fanno parte gli chef stellati Massimo Spigaroli, che è anche Presidente della Fondazione Parma UNESCO Creative City of Gastronomy, e Terry Giacomello.
Al fianco di Parma Quality Restaurants, lavorerà poi una rappresentanza di Chef To Chef, il consorzio dei 50 migliori chef dell’Emilia-Romagna: a impreziosire la Cena dei Mille, con il proprio estro in cucina, saranno gli chef stellati Isa Mazzocchi e Daniele Repetti, in arrivo da Piacenza, e gli chef reggiani Gianni D’Amato e Andrea Incerti Vezzani (una stella Michelin). A rappresentare il mondo dell’alta pasticceria ci sarà invece lo chef pâtissier Claudio Gatti (dell’atelier dolciario Pasticceria Tabiano).
Ma la figura più attesa, la guest star (che firmerà il dessert della cena) è Norbert Niederkofler, il tristellato chef “mente cucinante” del St. Hubertus, il ristorante dell’hotel Rosa Alpina a San Cassiano, in Val Badia (Bolzano), e fautore della filosofia etica e sostenibile conosciuta come “Cook The Mountain”. Nell’Olimpo dei dieci tristellati Michelin presenti in Italia, Niederkofler raccoglierà idealmente il testimone di Carlo Cracco, grande protagonista della scorsa edizione.
Una città, Parma, per la quale lo chef sud tirolese nutre un affetto speciale. «A Parma, nel novembre 2017, Michelin Italia mi ha insignito con la terza stella: il coronamento di un percorso professionale iniziato da giovanissimo, nel piccolo hotel di famiglia in Alto Adige, proseguito studiando e maturando esperienze in cucina tra Germania, Regno Unito, Svizzera, Italia e Stati Uniti, al servizio di grandi maestri, e culminato nel 1996 con l’apertura di un mio ristorante, il St. Hubertus, dove utilizzo solo ingredienti locali e promuovo i tesori naturali delle Dolomiti. Al di là dei ricordi personali, Parma, per il suo patrimonio gastronomico, che tutto il mondo le invidia, per le sue tradizioni culinarie, per la presenza di tanti piccoli artigiani del gusto è una città impossibile da non apprezzare per chi ha scelto di fare della cucina la propria vita», ha così affermato in occasione della presentazione della cena, qualche mese fa.
Per il dessert, lo chef rivisiterà un dolce della tradizione altoatesina: una nota di freschezza e di leggerezza nello spartito gastronomico della serata. «Sarò fedele al mio motto ‘Cook The Mountain’, selezionando materie prime della mia terra, l’Alto Adige: penso ai frutti di bosco che impiegherò per il dessert. Per me, ogni chef deve farsi promotore della tutela del territorio in cui vive. E qui si innesta il concetto di sostenibilità: sostenibilità intesa come riscoperta di ciò che è locale, come rispetto della biodiversità, come non spreco e come utilizzo intelligente degli ingredienti, anche a più riprese».
www.parmacityofgastronomy.it
Di Indira Fassioni