Instant book solidale

“Una Storia di Cibo al Giorno”: il libro di Sarah Scaparone scritto durante il lockdown

Il racconto di un mese di quarantena dal punto di vista di chi lavora con il cibo, con un bellissimo fine: donare il ricavato alla Mensa dei poveri dell’Associazione Frati Minori Piemonte Onlus

13 Lug 2020 - 07:00
 © Ufficio stampa

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S’intitola “Una Storia di cibo al giorno. Diario di una quarantena solidale” il libro della giornalista torinese Sarah Scaparone: dopo le sue dirette su Instagram durante il lockdown, dal 20 marzo al 20 aprile, che hanno coinvolto molte persone legate al mondo del cibo e hanno voluto raccontare la grande catena di solidarietà portata avanti dal mondo della ristorazione in questo mese, nasce questo instant book solidale

Ma c’è di più: il ricavato delle vendite del libro, al netto dei costi di distribuzione e stampa, sarà devoluto alla Mensa dei poveri portata avanti ogni giorno dall’Associazione Frati Minori Piemonte Onlus, che opera nell’ambito del Convento di S. Antonio da Padova a Torino. “Mensa che si è trovata a dover accontentare, nel giro di poche settimane, la richiesta di pasti che da 100 è passata a 400 al giorno. In loro aiuto – spiega l’autrice – il settore della ristorazione torinese è sceso in campo sin da subito fornendo piatti caldi e materie prime per i più bisognosi. Ma questa non è che una delle iniziative che il mondo del cibo ha portato avanti in città: le mie dirette sono nate per questo motivo, per dare voce a quanto di bello stava accadendo nel pieno della pandemia proprio da parte di un comparto che, seppur in ginocchio, è sceso in campo con tutte le sue forze e non ha mai esitato ad aiutare”. 

Un libro che raccoglie le testimonianze di professionisti, addetti ai lavori e persone coinvolte in questo forte periodo di dolore che ha colpito l’Italia e tutto il mondo; partendo da Torino, “Una Storia di Cibo al Giorno” racconta di persone che hanno saputo reagire e dedicare tempo, fatica e denaro realizzando una grande catena di solidarietà, che Sarah ha raccontato dapprima attraverso i social e poi racchiuso in questo diario.

Quelle raccontate nelle mie dirette e in questo libro – prosegue la giornalista - non sono che alcune delle storie di solidarietà che hanno coinvolto persone legate al settore ristorativo in giro per l’Italia (e non solo): sono piccole testimonianze di un esercito di volontari che ha donato, senza restrizioni e nel modo in cui poteva. Non ho ovviamente l’ambizione di averle racchiuse tutte in questo volume, ma vorrei che fossero una testimonianza concreta di quanto messo in atto da questo settore che ha donato senza lesinare. A Torino, a cominciare dalla #pizzasospesa offerta, dall’11 marzo, agli infermieri e ai medici dei presidi sanitari torinesi a quell’#aiutiamochiciaiuta che invece ha coinvolto una sessantina di pasticceri nel preparare le colazioni per gli operatori sanitari di Torino, Cuneo e Aosta è stato un susseguirsi di esempi virtuosi di quanti hanno saputo donare tempo, risorse, idee e bellezza. Con questo libro volevo dire grazie a loro, ai produttori, ai pizzaioli, ai ristoratori, ai maestri dell’arte bianca, ai gelatieri, agli chef che hanno innescato in tutto il Paese una catena di solidarietà senza precedenti”.

Protagonisti delle dirette che dal 20 marzo al 20 aprile hanno raccontato le loro storie di solidarietà sono: Carlo Ricatto, Simone Salerno, Marco Capra, Oliviero Alotto, Mattia Casabona, Rina Poletti, Marco Oreggia, Davide Dutto, Simona Riccio, Luca Defilippi, Angelica Sarno, Cristina Muzzarelli, Miguel Bustinza, Massimiliano Prete, Anna Prandoni, Federica Giuliani, Federica Rossini, Fabrizio Garbarino, Domenico Biscardi, Bruno Pilzer, Marco Vacchieri, Giada Boccalero, Francesco Pellegrino e Stefano Mazzone, Luca Balbiano, Marco Miglioli, Marco Sforza e Domenico Volgare, Andrea Chiuni e Francine Segan.

In questo mese di quarantena abbiamo viaggiato da Torino verso il mondo – prosegue Scaparone – collegandoci anche con Santo Stefano Belbo (Cn), Reno Centese (Fe), Roma, Fossano (Cn), Frabosa Soprana (Cn), San Valentino Torio (Sa), Busto Arsizio (Va), Cartosio (Al), Roccaverano (At) e poi Parigi, Trento, Guarrato (Tp) e New York. Abbiamo preso virtualmente treni e aerei per incontrare persone che hanno condiviso via social le loro azioni di solidarietà capaci di unire persone diverse di tutto il mondo”.

La grafica della copertina e l’impaginazione del libro sono state curate da Chiara Borda, Davide Dutto e Marianna Mordenti. E sì, quella è la sua forchetta.

“La forchetta è mia, la utilizzo normalmente in casa e, per essere una che mangia al ristorante una media di cinque giorni su sette, penso che possa essere l’oggetto che insieme alla matita simboleggi meglio questa mia quarantena. Il piccolo virus rosa invece è lì per testimoniare il periodo storico che stiamo vivendo, ma soprattutto vuole rappresentare quel contagio positivo che la solidarietà del mondo del cibo ha messo in moto in città”, conclude Sarah.

Di Indira Fassioni 

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