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Una giornata che vuole promuovere l’autenticità e i valori che caratterizzano il rituale più amato dagli italiani
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È il rito più amato e irrinunciabile, che negli ultimi anni si è evoluto e ha conquistato un pubblico sempre più vasto e variegato. Si celebra domenica 26 maggio il World Aperitivo Day, la giornata internazionale dedicata al rituale più amato dagli italiani che più ci rappresenta all’estero, simbolo dei tre piaceri Made in Italy: il cibo, gli alcolici e lo stare insieme.
Un’occasione di divulgazione sulla tipicità, l’autenticità e i valori dell’Aperitivo, descritti nel Manifesto dell’Aperitivo che codifica, tutela e promuove l’Aperitivo in Italia e nel mondo. Sui canali social del World Aperitivo Day, fan e appassionati potranno conoscere le regole dell’aperitivo perfetto e condividere il proprio abbinamento ideale con l’hashtag #WorldAperitivoDay.
Aperitivo Festival a Milano
In concomitanza con il World Aperitivo Day, a Milano va in scena l’Aperitivo Festival, dal 24 al 26 maggio 2024 all’Hotel Nhow Milan di via Tortona, evento a cura di Federico Gordini, founder di MWW Group. È il primo festival che porta in scena il legame profondo tra food e beverage in un’occasione di consumo che è diventata culto, in Italia e nel mondo. La manifestazione si svolgerà tutti i pomeriggi dalle 17 alle 22, e le due mattine di sabato e domenica dalle 11 alle 15.
L’Aperitivo Village trasforma in un parco giochi esperienziale il momento di consumo più bello della giornata con un itinerario di degustazione e intrattenimento che si snoda tra banchi d’assaggio dedicati ai migliori abbinamenti food & beverage, attività di approfondimento, experiences, momenti di divertimento e celebrazione, mostre ed installazioni, talk, workshop e masterclass interpretati dai migliori chef, bartender, mixologist e sommelier italiani e internazionali.
Le regole per un aperitivo perfetto
Secondo il Manifesto dell’Aperitivo, le 10 regole fondamentali per un aperitivo perfetto sono:
1 - L’Aperitivo è un rito originale italiano
2 - Si tiene in due momenti diversi della giornata, prima di pranzo e prima di cena
3 - L’Aperitivo dev’essere almeno al 50% Made in Italy, per mantenerne lo spirito italiano
4 – Dev’esserci creatività tra bevande e accostamenti alimentari
5 - La qualità dell’Aperitivo si misura in base alla proposta di abbinamento, non alla quantità
6 - L’Aperitivo è l’occasione per accostare il mondo beverage a quello delle cucine, anche internazionali
7 - È un momento nel quale sperimentare scelte sostenibili
8 - Un ruolo fondamentale è svolto da dai luoghi e dai professionisti della somministrazione
9 - È una cornice conviviale per la contaminazione con altri campi della cultura, dalla musica all’arte
10 - È uno strumento di divulgazione dello stile di vita e del gusto italiano.
Storia dell’Aperitivo
Il primo a ideare una bevanda simile all’Aperitivo è Ippocrate, il più celebre medico della storia, il quale nel V secolo a.C. prescrive il vinum hippocraticum, un vino bianco e dolce con dittamo, assenzio, ruta per stimolare la digestione dei pazienti. Rifacendoci ai Romani, l'etimologia della parola viene dal latino aperitivus (traducibile con "che apre") e si riferisce a una bevanda accompagnata da qualche stuzzichino che stimola ma non soddisfa l'appetito.
Ma bisogna aspettare ancora qualche secolo per ritornare a vedere l'Aperitivo come un momento sociale. Nella piccola bottega di liquori di Antonio Benedetto Carpano, a Torino, nasce il vermouth, un vino aromatizzato alla china, venduto in bottiglie molto eleganti e ricercate.
La “nonna” dell’Aperitivo piemontese è la Merenda Sinoira, un veloce pasto a base di salumi, formaggi e frittate accompagnate da un calice di vino che i vendemmiatori consumavano nell’orario tra le 17 e le 18, nel momento di pausa della raccolta. Tradizione che si è successivamente diffusa nella borghesia, con cibi sempre più prelibati, e tra i locali che hanno portato la tradizione dell’Aperitivo piemontese ai giorni nostri.
Nel 1815 il signor Ausano Ramazzotti realizza il primo aperitivo a base non vinosa: il famosissimo amaro è ricavato infatti dalla macerazione e infusione nell’alcol di ben 33 fra erbe, spezie e radici, ma la ricetta ancor oggi è segreta. Nel 1851 a Torino Alessandro Martini acquista una distilleria e, insieme al liquorista Luigi Rossi, fonda uno dei marchi italiani più celebri del pianeta. Il Martini Bianco spopola in tutta la pianura padana, in particolare tra il pubblico femminile che apprezza la dolcezza del prodotto in un periodo in cui l'alcol è quasi solo appannaggio degli uomini.
A Milano, una caffetteria in Galleria lancia un nuovo aperitivo amaro: per distinguerlo dal vermouth torinese usa un altro nome di origine germanica, ovvero bitter. I milanesi impazziscono letteralmente per questo prodotto e lo ribattezzano dandogli il nome del suo ideatore: nasce così il Bitter Campari, ancora oggi il simbolo dell'aperitivo italiano per eccellenza.
Di Indira Fassioni