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"Connessioni pericolose", in libreria il nuovo libro di Barbara Benedettelli

"I fili invisibili che guidano gli adolescenti in rete tra capitalismo della sorveglianza e algoritmi": questi i temi trattati nel libro che si interroga sul ruolo dei social network nella società

24 Mar 2025 - 10:06
© Ufficio stampa

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La connessione digitale è diventata un mezzo indispensabile per la partecipazione sociale, ma può anche essere sfruttata per fini di lucro. Secondo la sociologa Barbara Benedettelli, siamo intrappolati nella catena di montaggio algoritmica del capitalismo digitale. Gli algoritmi, progettati per catturare l’attenzione degli utenti, filtrano le informazioni attraverso le cosiddette bolle di filtraggio (filter bubble), creando stanze dell’eco (echo chamber) in cui ogni individuo vede confermate le proprie credenze, mentre quelle opposte vengono silenziate.
Il risultato è che quando siamo online non siamo davvero liberi. Benedettelli ne ha scritto un saggio che invita a riflettere sulla necessità di una maggiore consapevolezza riguardo alla realtà sotterranea del web contemporaneo. "Connessioni pericolose, i fili invisibili che guidano gli adolescenti online tra capitalismo della sorveglianza e algoritmi", analizza il funzionamento di un’economia dell’attenzione pervasiva e capace - secondo l’autrice - di manipolare gli individui, al punto da deviare, specie nel caso degli adolescenti, il corso naturale di una vita.

Qual è il ruolo dei Social Network nella formazione di gruppi e identità? Quanto delle identità costruite online si riflette nella vita fisica? Le agenzie educative, come scuola e famiglia, sono state superate dalle piattaforme online?

Barbara Benedettelli cerca di rispondere alle molte domande necessarie a comprendere questo fenomeno contemporaneo, senza demonizzare la rete e le sue strutture economiche. L’obiettivo del libro è renderci consapevoli che ogni like, ogni ricerca e ogni “sospiro virtuale”, possono essere beni economici che producono immense ricchezze. Solo se navighiamo il web informati possiamo sfruttarne al massimo i pregi senza il pericolo concreto di essere in balia dell’intelligenza artificiale del capitalismo digitale.

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