“K.Z.", i disegni dei deportati per non dimenticare l'orrore dei lager
© ufficio-stampa
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La raccolta di 250 illustrazioni realizzate dagli internati durante il periodo di prigionia. Con la prefazione di Primo Levi e le poesie di Arturo Benvenuti
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In occasione della Giornata della memoria 2015 arriva negli scaffali un libro-documento eccezionale: "K.Z. - disegni dai campi di concentramento nazifascisti" di Arturo Benvenuti (edizioni BeccoGiallo). Un lavoro di raccolta e ricerca durato 40 anni: si apre con la presentazione di Primo Levi che introduce le illustrazioni fatte dagli internati rinchiusi nei lager nazifascisti.
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Ed è proprio dai campi di concentramento che provengono le centinaia di disegni a matita, a inchiostro, carboncino, acquerello, qualche litografia, che costituiscono la trama visiva del libro. Alcune illustrazioni sono accompagnate da poesie scritte dallo stesso Benvenuti nel 1983, contestualmente ai viaggi compiuti per raccogliere i disegni di K.Z.
L'autore, Arturo Benvenuti, poeta, pittore, critico dell'arte, ricercatore storico-documentale della provincia di Treviso (classe 1923), ha maturato l'idea di questo progetto, e la sua organizzazione materiale fatta di anni di ricerche (a bordo di un camper) in tutto il mondo e di selezione delle testimonianze, molto tempo addietro, coinvolgendo anche lo scrittore Primo Levi che di questo libro ha firmato la prefazione (scritta nel 1981), eccezionale documento inedito del grande autore scomparso quasi 30 anni fa, testimone diretto degli orrori dell'Olocausto. K.Z. contiene anche due testi di postfazione: uno dedicato a come è nato il libro e al perché Benvenuti abbia intrapreso questa "avventura", e un altro incentrato sull'iconografia presente nelle pagine del volume.
Il libro aveva visto la luce agli inizi degli anni '80 - autoprodotto dallo stesso autore in poche centinaia di copie indirizzate a Biblioteche, Comuni e personalità politiche - ma non venne mai commercializzato. In pochi ne sottolinearono lo straordinario lavoro, tra questi l'allora presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti: "Desidero considerarmi tra quanti, in occasione dello sconvolgente libro di Arturo Benvenuti, vogliono ricordare il passato per non essere condannati a ripeterlo", scrive in un telegramma indirizzato all'autore.
K.Z., nell'intenzione dell'autore, trova oggi la sua realizzazione per un insieme di ragioni e, ora più che mai, alla luce del momento storico particolarmente buio in tema di diritti umani, e dei recentissimi accadimenti di cronaca internazionale, questo testo rappresenta soprattutto "un contributo alla giusta “rivolta” da parte di chi sente di non potersi rassegnare, nonostante tutto, ad una realtà mostruosa, terrificante. Di chi crede che si debba ancora e sempre “resistere”. Senza vuote parole. Senza retorica. Così come senza parole e senza retorica hanno saputo resistere gli autori di queste immagini, tremende “testimonianze” di una immane tragedia. Atti di accusa, ma anche inequivocabili messaggi di ieri per l'oggi. Senza inutili discorsi. Non ce n'è davvero bisogno". (Arturo Benvenuti).
K.Z. sarà presentato attraverso una serie di mostre nelle principali città italiane.
Qui le prime date confermate:
Dal 22/01 al 22/02 | Padova, Centro Culturale San Gaetano www.altinatesangaetano.it/
Dal 27/01 al 27/02 | Roma, Libreria Fandango www.fandangoincontro.it/ Inaugurazione ore 18.30
"K.Z. - disegni dai campi di concentramento nazifascisti"
di Arturo Benvenuti. Edizioni Beccogiallo. Presentazione di Primo Levi.
Euro 26 (cartonato di grande formato, 20x26 cm, stampa in bianco e nero su carta fotografica)
Leggi in anteprima la prefazione di Primo Levi:
A misura che il passare degli anni ce ne allontana, e benché i decenni che sono seguiti non ci abbiano risparmiato violenze ed orrori, la storia dei Lager hitleriani si delinea sempre più come un unicum, un episodio esemplare a rovescio: l'Uomo, tu uomo, sei stato capace di far questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali. Da allora, il nazionalsocialismo (a meno di poche voci deliranti che ne giustificano i crimini, o li negano, o addirittura li esaltano) vale come riferimento, come il nodo da evitarsi. Su di esso sono comparse innumerevoli opere di testimonianza e di interpretazione, ma mancava finora in Italia un libro come questo. Penso che, al di là della pura commemorazione, esso abbia un valore suo specifico: a descrivere quell'orrore, la parola risulta carente. Le immagini qui riprodotte non sono un equivalente o un surrogato: esse sostituiscono la parola con vantaggio, dicono quello che la parola non sa dire. Alcune hanno la forza immediata dell'arte, ma tutte hanno la forza cruda dell'occhio che ha visto e che trasmette la sua indignazione. In questa rassegna – Benvenuti lo ha visto molto bene – le opere fatte dopo, in studio, a freddo, sarebbero state una stonatura, allo stesso modo che suonano stonati, anche quando scritti con l'intenzione più pura, i libri in cui il Lager è stato romanzato. Qui, salvo poche eccezioni, le opere sono nate là, per mano di chi ha visto e subìto; e le eccezioni sono per lo più dovute a coloro che sono entrati nei Lager come liberatori, e ne hanno colto le ultime immagini convulse. L'Autore non è superstite dei campi di concentramento. È un uomo attento e pio, sensibile al passato e al presente; è un pittore poeta a cui, specie dopo questo singolare libro da lui lungamente meditato, tutti dobbiamo qualche cosa.
Primo Levi, 27 ottobre 1981