Fino all'11 febbraio 2018 un percorso espositivo sul volto tragico di una metropoli tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta
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A Palazzo Morando di Milano la mostra "Milano e la Mala" indaga la nascita e l’affermazione della criminalità nel capoluogo, tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta, attraverso 170 immagini d’epoca, locandine originali di film polizieschi di quegli anni girati a Milano, documenti e “strumenti del mestiere". L'esposizione, partita il 9 novembre, proseguirà fino all'11 febbraio 2018.
La mostra racconta la storia di una città attraverso il suo lato più oscuro, in uno scenario da romanzo giallo. Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, parte dalla fine della seconda guerra mondiale dipanandosi attraverso la famosa rapina di via Osoppo del 1958, definita "il colpo del secolo". L’episodio rappresentò l’apice della Ligera, forma di delinquenza tutta milanese che ebbe origine già nel XIX secolo, composta da piccoli gruppi di criminali e spesso “romanticamente” ricordata anche nelle canzoni popolari.
A fare da sfondo a queste imprese c’è una metropoli come Milano che, a seguito del boom economico, si modifica in maniera profonda e intanto vive anche di notte nelle bische, nei night club, nei circoli privati. L’esposizione documenta tutte queste atmosfere, oltre a riportare in primo piano i quartieri della malavita come Giambellino, Isola, via Conca del Naviglio e Ticinese.
Tanti i focus dedicati a specifici fenomeni come i sequestri reali e quelli solamente minacciati, i luoghi di detenzione, le rivolte carcerarie e le forze dell’ordine. L’esposizione si chiude idealmente con la sezione dedicata a Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, ultimo rappresentante di una malavita milanese che dai primi anni Ottanta lascerà il passo a nuove e più cruente forme di criminalità.