Esposizione alla Derbylius

A Milano Gianni Bertini e la Mec Art

Opere originali, fotografie vintage, libri d’artista, monografie, manifesti alla Derbylius

14 Ago 2014 - 16:46
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

Una mostra dedicata a Gianni Bertini nell'anniversario della sua scomparsa, e al movimento della Mec Art. Opere originali, fotografie vintage, libri d'artista, monografie, manifesti. Presenti all'inaugurazione il figlio Thierry, Elio Mariani e il fotografo Enrico Cattaneo.

A Milano Gianni Bertini e la Mec Art

1 di 46
© gianni-marussi
© gianni-marussi
© gianni-marussi

© gianni-marussi

© gianni-marussi

Gianni Bertini è mancato a Caen in Normandia l'8 luglio del 2010.

Testo del primo Manifesto dell'Arte Meccanica pubblicato a Parigi nel 1965.

"La vita artistica contemporanea è dominata da un fatto capitale: ormai tutti, ad un livello o l'atro, prendiamo coscienza della natura moderna ed urbana. Questa orientazione domina l'evoluzione attuale. Le ricerche si sviluppano su due vie parallele, secondo che il tentativo di sintesi è situato al livello dell'oggetto in se stesso o della constatazione di questo oggetto sul piano della bidimensionalità classica. Se l'arte de “l'assemblage” corrisponde ad una messa in scena della natura moderna, l'arte del “constato” propone una impaginazione della stessa realtà oggettiva. A dire il vero non c'è una differenza morale o filosofica tra queste due proposizioni che producono lo stesso “constato” realistico. Per contro, questi riporti fotografici di Béguier, Bertini, Jacquet, Nikos, Rotella, questi ingrandimenti di belinogrammi, queste tirature dirette o decalcomanie di clichés, queste inquadrature tipografiche, queste impressioni a grande tiratura su tela sono molto lontane dalla vecchia pittura figurativa che tenta oggi di nascondere la sua mediocrità con un modernismo del soggetto. La crisi attuale della pittura da cavalletto è legata a quella della immagine “dipinta”: ma l'immagine dipinta non ha niente a che vedere con l'immagine oggettiva ottenuta sulla tela attraverso un cliché, un'impronta, un riporto fotografico vale a dire un processo di impressione meccanica. Questa differenza capitale, che può sembrare una sottigliezza a prima vista, si è manifestata di più in più nel corso della stagione 1965. Questa segna, nella storia della iconografia contemporanea, la frontiera esatta tra l'esperimento autentico ed i tentativi di un mimetismo opportunistico. Ciò che è in gioco è importante. Di fronte a questo problema, l'ultimo tanfo della disputa astrazione-figurazione è destinato ad un comprensibile oblio."

PIERRE RESTANY

Derbylius Libreria Galleria d'arte
Via P. Custodi, 12
Milano

Tel. 02/39437916 - 340/6429760 - info@derbylius.it - www. derbylius.com

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri