Tra i massimi autori contemporanei, lavorò anche su Wolverine e Punisher. Lo ha reso noto il Figlio John Romita Jr, anche lui famoso fumettista
Si è spento all'età di 93 anni John Romita Sr, uno dei più importanti fumettisti americani degli ultimi anni. Lo ha annunciato il Figlio John Romita Jr con un messaggio su Twitter, in cui lo ha definito come "L'uomo più grande che io abbia mai incontrato".
La figura di Romita si lega in maniera indissolubile a quella dell'Uomo Ragno. Dopo aver lavorato per alcuni anni per la Timely Comics (che diverrà poi Marvel Comics), dove collaborò come inchiostratore, lavorando su vari titoli. Dopo un periodo dedicato al fumetto romantico, nel 1965 si unì alla Marvel per lavorare su The Amazing Spider-Man, al posto di Steve Didko. Questa serie diede nuova vita all'Uomo Ragno, introducendo diversi altri personaggi iconici nel corso della serie, tra cui Mary Jane Watson e i malvagi Kingpin e Rhino. Le sue storie, caratterizzate da un'azione più dinamica e da un maggio senso di realismo, sono rimaste nel cuore dei lettori. Tra le più note vi sono quelle su Goblin o gli epici scontri con l'Avvoltoio e Kraven. Nel 1973 il suo lavoro venne riconosciuto, tanto che divenne direttore artistico. Sotto la sua guida nacquero altri celebri personaggi come Wolverine, Luke Cage e l'antieroe Punisher.
Anche dopo aver lasciato la Marvel ha continuato a collaborare per la creazione di albi speciali e celebrativi, come in occasione del 30° anniversario della nascita di The Amazing Spider-Man. La sua figura ha ispirato intere generazioni di autori, a partire dal figlio John Romita Jr, anche lui piuttosto noto nel mondo del fumetto supereroistico. Negli anni, Romita ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, incluso l'ingresso nella Eisner Comic Book Hall of Fame nel 2002.
"Lo dico con il cuore pesante, mio padre è morto serenamente nel sonno. È una leggenda nel mondo dell'arte e sarebbe un onore per me seguire le sue orme. Per favore, lascia qui i tuoi pensieri e le tue condoglianze per rispetto della mia famiglia. Era l'uomo più grande che abbia mai incontrato".