ERA MALATO DA TEMPO

Addio a Luciano De Crescenzo, "il professor Bellavista" che ha raccontato le diverse sfaccettature di Napoli

Scrittore, attore, autore, regista ed ironico divulgatore filosofico aveva 90 anni ed era malato da tempo

18 Lug 2019 - 20:55

E' morto a Roma Luciano De Crescenzo. Lo scrittore, regista e attore napoletano soffriva da anni di una malattia neurologica ed è deceduto, a 90 anni, per le conseguenze di una polmonite. Considerato "l'ingegnere filosofo", ultimo simbolo della cultura partenopea, De Crescenzo ha scritto oltre 50 libri, venduto oltre 18 milioni di copie nel mondo di cui 7 milioni solo in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi.

E' morto Luciano De Crescenzo, l'"ingegnere filosofo"

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Venerdì la camera ardente - La camera ardente di Luciano De Crescenzo sarà allestita venerdì 19 luglio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. L'apertura al pubblico sarà dalle 10 alle 20.

De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928 a Napoli nel borgo di Santa Lucia e ha abitato nello stesso stabile in cui era nato il suo storico amico Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer (con cui ha frequentato anche le elementari).

Dietro l'aria sorniona, è stato un umanista che ha fatto dell'ironia e della divulgazione le sue bandiere espressive, condite con un umorismo sapido e colto che diventa popolare con la levità tipica della sua cultura, fatta risalire alla filosofia greca tradotta nel buonsenso comune.

Dopo una carriera da ingegnere informatico, nel 1976 lascia il lavoro per diventare, come lui stesso si definisce, "uno scrittore divulgatore". L'anno seguente esce "Così parlo Bellavista". Il suo primo romanzo diventa un bestseller vendendo oltre 600 mila copie: nel libro fa la sua comparsa il personaggio del professor Bellavista, vice portinaio, che impartisce lezioni di vita all’ingegner De Crescenzo. Durante la sua carriera ha scritto una quarantina di opere: tra i suoi titoli più noti "Oi dialogoi" (1985), "Fosse ’a Madonna!" (2012), "Garibaldi era comunista" (2013). Si è raccontato con divertito umorismo in "Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo" (1989), pure diventato un bestseller.

Ha poi esordito al cinema come attore ne "Il pap'occhio" (1980) nel ruolo del Padreterno, al fianco dell'amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore. Il grande pubblico lo ricorda anche per l'altro film di Arbore "FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?". Ha recitato anche a fianco di Sophia Loren in "Sabato domenica e lunedi'" della Wermuller. Sul grande schermo è stato regista (e attore) di quattro film, "Così parlo Bellavista" (1984), "Il mistero di Bellavista", (1985), "32 dicembre" (1988), "Croce e delizia" (1995).

Addio a Luciano De Crescenzo: i suoi migliori aforismi

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MESSAGGI DI CORDOGLIO - "Con la scomparsa di Luciano De Crescenzo perdiamo tutti un grande amico. Era un maestro per tutte le cose belle che c'ha fatto conoscere. È una gravissima perdita per la cultura italiana e per la città di Napoli di cui era un esponente fiero ed orgoglioso", ha detto Renzo Arbore. Mentre il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha dichiarato: "Esprimo il cordoglio profondo mio personale e della città di Napoli per la fine terrena del grande Luciano De Crescenzo, uomo di immensa cultura che ha saputo interpretare al meglio l'anima del popolo napoletano. Persona di estrema intelligenza, enorme cultura e di una naturale simpatia tutta partenopea. Luciano manchera' molto a Napoli e alla sua gente, lo ricorderemo tutti con immenso affetto e gratitudine".

"Una notizia che mi rattrista profondamente. Quanto ci hai fatto ridere, riflettere, pensare. Hai raccontato Napoli come pochi altri. Ciao Luciano!". Così su Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico. Maurizio Costanzo ha ricordato un aneddoto. "- "Ricordo quando a 'Bontà loro', nel 1977, presentai il libro di Luciano De Crescenzo 'Così parlò Bellavista'. Allora era un ingegnere. Ecco, lo dico sinceramente: quella trasmissione lo fece dimettere da ingegnere e fece lo scrittore". "Dopo quarant'anni insieme il dolore è tanto - ha detto Roberto D'Agostino -. Ma c'è anche la consapevolezza che Luciano ha vissuto, si è divertito, ci ha fatto divertire. E tutti noi lo abbiamo sempre amato".

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