Direttore della Biennale di Venezia e poi docente alla Sapienza, ha realizzato Casa Papanice a Roma e l'Accademia di Belle arti dell’Aquila e il teatro Politeama di Catanzaro
© Foto di Antonia Marmo per Vallopiù
È morto a 91 anni Paolo Portoghesi, uno dei principali esponenti italiani del movimento postmoderno. Nato a Roma nel 1931, Portoghesi si laureò in architettura a La Sapienza di Roma. Nei primi anni Sessanta cominciò a insegnare e al contempo avviò uno studio assieme all’ingegnere Vittorio Gigliotti, con cui collaborò per la gran parte della sua carriera. Con lui realizzò Casa Papanice, considerato dagli storici di tutto il mondo uno dei manifesti del postmodernismo italiano.
Tra i progetti più conosciuti ci sono anche l’Accademia di Belle arti dell’Aquila e il teatro Politeama di Catanzaro. Grande studioso della cultura islamica e vicino al mondo arabo, lavorò molto all'estero, in particolare in Africa e Medio Oriente: tra le sue realizzazioni, il Palazzo dei reali di Giordania ad Amman, l'aeroporto e il piano regolatore di Khartoum, ma anche la Moschea di Roma (in collaborazione con Vittorio Gigliotti e l'architetto Sami Mousawi) e quella di Strasburgo. Il suo ultimo progetto è stata la cattedrale di Lamezia Terme, realizzata nel 2019.
Oltre all'architettura ricordiamo anche la sua attività culturale: fin da giovane pubblicò vari saggi su Francesco Borromini, per poi fondare nel 1966 la rivista Controspazio, di cui fu direttore per diciassette anni. Successivamente dirigerà il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica (1968) e le riviste Itaca (1977), Eupalino (1985/90), Materia (dal 1990) e Abitare la Terra (dal 2001). Portoghesi fu anche rettore del Politecnico di Milano tra il 1967 al 1979, quando venne nominato primo direttore del Settore Architettura della Biennale di Venezia, dove incaricò Aldo Rossi di realizzare il Teatro del Mondo. Divenne poi ordinario alla Sapienza di Roma, dove dal 2007 ha dato vita al corso di Geoarchitettura.