Dal 19 marzo al 19 giugno 2016, alle Gallerie dell'Accademia, la mostra sul personaggio che di fatto ha inventato il concetto di editoria e reso Venezia la capitale internazionale della stampa
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Una mostra – quella ospitata alle Gallerie dell'Accademia - per raccontare di un personaggio, Aldo Manuzio, ancora poco conosciuto ai più, ma che di fatto è stato colui che ha inventato il libro moderno e il concetto stesso di editoria, facendo di Venezia la capitale internazionale della stampa.
Succedeva tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. La Serenissima Repubblica dominava in tutto il Mediterraneo e la città lagunare si proponeva come ponte tra oriente ed occidente. Qui fu stampato il primo Corano al mondo, nel 1538, e sempre qui il primo Talmud.
Pubblicazioni elegantissime e raffinate, come i primi trattati geografici, di medicina, arte militare, il primo trattato di architettura illustrato, i primi libri erotici scritti da Pietro l'Aretino. Anche il formato proposto, molto più maneggevole, costituì una rivoluzione per quell'epoca. Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, cèco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi in tutto il mondo.
A Venezia in quegli anni veniva stampata la metà dei libri pubblicati nell'intera Europa. Prima di Manuzio, gli stampatori erano solo artigiani attenti al guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Con lui cambiò davvero tutto.
Era un genio Aldo Manuzio, capace di inventare, insieme a Pietro Bembo , un nuovo carattere di stampa, il corsivo, importando poi dal greco al volgare l'uso della punteggiatura. Dal 1502 “Festina lente” (affrettiamoci, con calma) divenne il suo motto per identificare, insieme al simbolo di un delfino intorno ad un'ancora, le sue opere.
Dal 19 marzo al 19 giugno 2016, alle Gallerie dell'Accademia, la mostra “Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia” curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia, ripercorre una stagione unica e irripetibile nella storia della cultura europea e occidentale, durante la quale il libro si rivelò capace di trasformare il mondo.
L'esposizione, anche attraverso capolavori assoluti di Giorgione, Carpaccio, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Tiziano, Lorenzo Lotto, Pietro Lombardo, racconta come il progetto di Manuzio e i suoi preziosi libri si intrecciarono a Venezia con un'arte nuova, quella appunto dell'editoria.
Un'importante sezione del percorso espositivo è tra l'altro dedicata all'intenso rapporto che legò Aldo alla cultura del nord d'Europa e a Erasmo da Rotterdam. Il filosofo olandese - che per pubblicare la nuova e definitiva edizione dei suoi Adagia visse a Venezia per quasi un anno - riteneva che fosse di importanza fondamentale, per la circolazione del suo pensiero in tutta Europa, che i suoi lavori fossero stampati proprio dal Manuzio.
"Aldo – ebbe modo di scrivere l'autore dell'Elogio della Follia - ha intenzione di costruire una biblioteca la quale non abbia altro confine che il mondo stesso".
“ALDO MANUZIO. IL RINASCIMENTO DI VENEZIA” Venezia, Gallerie dell'Accademia – Campo della Carità 1050 Sabato 19 Marzo 2016 - Domenica 19 Giugno 2016