© Ela Bialkowska, OKNO Studio
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Fino al 21 luglio il museo fiorentino ospita un percorso tra opere storiche e nuove produzioni dell'artista
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Un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la poesia, le vicende storiche e i diversi pensieri filosofici nella mostra che Palazzo Strozzi a Firenze deidca ad Anselm Kiefer. Fino al 21 luglio 2024 le sale del museo ospiteranno gli "Angeli Caduti" di uno dei più grandi maestri dell’arte tra XX e XXI secolo, in un percorso attraverso opere storiche e nuove produzioni, in un dialogo originale con l’architettura del Rinascimento.
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L’espressione "angeli caduti" che dà il titolo alla mostra allestita a Palazzo Strozzi si riferisce alla vicenda biblica degli angeli cacciati dal Paradiso a seguito della loro ribellione contro Dio. Un'immagine fortemente simbolica, che rappresenta l’intera umanità e che diventa punto di partenza del percorso espositivo. Attraverso pittura, scultura, installazione e fotografia, Anselm Kiefer propone con le sue opere un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando in modo complesso le connessioni tra passato, presente e futuro.
Ad aprire la mostra dedicata ad Anselm Kiefer, la nuova opera che l'artista ha realizzato per il cortile di Palazzo Strozzi Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023). L'opera dialoga con la severa architettura rinascimentale dell'edificio, attraverso una potente materialità e le colossali dimensioni (sette metri di altezza). Esaltata dal contesto dello spazio aperto verso il cielo della corte, diviene un invito a riconsiderare il nostro rapporto tra spirito e materia, divenendo metafora della ricerca di significato di tutta l’umanità. Il percorso si snoda poi attraverso una potente fusione di riferimenti, immagini e citazioni che spaziano dalla storia antica alla Seconda guerra mondiale, dalla filosofia classica alla letteratura moderna. Protagonista è sempre una profonda riflessione sulla natura umana, i suoi conflitti, le sue contraddizioni e le sue potenzialità. L'esposizione, curata da Arturo Galansino, restituire la complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione, in un progetto che coinvolge gli spettatori sia nello spazio fisico che in quello concettuale delle sue opere.
Nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, Anselm Kiefer è uno degli artisti più importanti e versatili di oggi. Ha esordito nella scena artistica tedesca alla fine degli anni Sessanta con opere che, tra le prime, hanno segnato una riflessione sulla storia della Seconda guerra mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Tutto il suo percorso artistico è caratterizzato dall'incontro e dalla fusione di mito, religione, misticismo, poesia, filosofia. La sua produzione artistica esprime il rifiuto del limite, attraverso la monumentalità delle sue opere e la loro potente materialità, ma soprattutto grazie all’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato stabilendo una connessione immediata e autentica con chi le osserva.