Un'esposizione di 125 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei fra il 1860 e i primissimi anni del Novecento
© Ufficio stampa
Un balzo indietro nel Giappone dell'800 popolato da geishe e samurai. Dal 18 aprile al 25 agosto 2013, al Palazzo Ducale di Genova va in scena una mostra dedicata al Sol Levante: 125 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei agli albori della storia della fotografia, fra il 1860 e i primi anni del Novecento. L’iniziativa, dal titolo Geishe e Samurai. Esotismo e fotografia nel Giappone dell'Ottocento si inserisce nell’ambito della quarta edizione de La Storia in Piazza, dedicata quest’anno al tema delle identità sessuali.
Curata da Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, e da Marco Fagioli, la mostra è realizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano che conserva un archivio composto da di oltre 5.200 fotografie all’albumina colorate a mano, per metà circa contenute all’interno di oltre 90 coevi album-souvenir racchiusi da coperte decorate da maestri dell’arte giapponese della lacca.
Si tratta di una delle maggiori collezioni del genere esistenti al mondo. Raccolta da Marco Fagioli a partire dal 1973, la collezione è stata interamente acquisita nel 2012 dalla Fondazione Ada Ceschin Pilone di Zurigo che l'ha destinata in comodato permanente al Museo delle Culture di Lugano. La rassegna ruota attorno all’idea dell’uomo e della donna giapponesi, così come si sono formate nell’immaginario europeo dell'Ottocento, ritratto nelle fotografie della Scuola di Yokohama, sia nelle reali condizioni socio-culturali del tempo, attraverso i capolavori di uno dei più importanti capitoli della storia della fotografia - nata in Europa ma subito sperimentata in Giappone - proprio nel periodo in cui, abbandonando un isolamento che durava da trecento anni, il Paese del Sol levante si apriva all’America e all’Europa, influenzando, con le immagini e le espressioni della sua creatività, il gusto dell'intero Occidente.
Il percorso espositivo seguirà un itinerario tematico, diviso in sette sezioni, intervallato da tre piccole aree che presenteranno otto preziosi album-souvenir, e indagherà il contesto paesaggistico e culturale in cui è costruita l’idea di ineffabile perfezione, in cui si muovono i protagonisti, uomini e donne, della fotografia giapponese dell’Ottocento, quindi l’universo maschile, fatto di uomini e bambini ritratti nelle loro attività di tutti i giorni.
Si procederà analizzando l'armonia del quotidiano che contraddistingue il ritratto delle donne impegnate nelle attività domestiche e di tutti i giorni, il tempo del rito e della festa, con i ritratti dei diversi operatori del sacro e le immagini delle occasioni liturgiche e cerimoniali, la bellezza sublime, che permette di cogliere le coordinate ideologiche di un modello idealizzato di bellezza femminile asiatica che s’imporrà attraverso una sorta di cliché, destinato a durare a lungo nel tempo.
Chiuderanno idealmente la mostra le due sezioni dedicate agli eroi dell'ultraesotico, con i ritratti di alcuni dei personaggi tipici della cultura giapponese del tempo (sàmurai, kendoka, lottatori di sumo, tatuati), affiancati da venti rare carte da visita che ritraggono attori del teatro kabuki, e alle città senza notte, sul tema e sulla realtà storica delle donne di piacere.
L’iniziativa genovese offrirà l’occasione di approfondire un momento della fotografia nipponica passato sotto il nome di Scuola di Yokohama, la cui caratteristica risiedeva nell’unire la fotografia, la forma artistica più d’avanguardia di quel tempo, con la tradizione delle grafiche giapponesi, realizzando stampe fotografiche su carta all’albumina delicatamente colorate singolarmente a mano da raffinati artigiani. Queste immagini, destinate prevalentemente ai viaggiatori stranieri, offrivano rappresentazioni del paesaggio e della cultura giapponese, con una funzione che è sostanzialmente quella di produrre souvenir di viaggio e della memoria esotica.
A realizzare tali capolavori furono artisti europei e giapponesi che risposero, innanzi tutto, al bisogno dei viaggiatori occidentali di portare con sé il ricordo di un paese che appariva loro per molti versi straordinario, nel momento irripetibile in cui la modernizzazione forzata dell’epoca Meiji (1868-1912) trasformava, a vista d’occhio, un mondo sostanzialmente medievale in una moderna nazione industriale.
Grazie all’affermazione delle moderne tecniche di stampa, le stesse fotografie che assortivano gli album-souvenir di tali viaggiatori, furono utilizzate per alcuni decenni anche per illustrare una ricca pubblicistica fatta di guide, di resoconti di viaggio e, soprattutto, di descrizioni della vita quotidiana e dei costumi di un mondo che appariva all’Occidente come la quintessenza di un Oriente medievale, educato ed elegante, arrivato miracolosamente intatto alla soglie della civiltà industriale.
GEISHE E SAMURAI. ESOTISMO E FOTOGRAFIA NEL GIAPPONE DELL'OTTOCENTO
Genova, Palazzo Ducale (piazza Giacomo Matteotti, 9) 18 aprile – 25 agosto 2013
Orari: Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00 Lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni: biglietteria Palazzo Ducale Tel. 010.5574065 www.palazzoducale.genova.it