Parla l'autore di "Io che amo solo te" il libro che ha raggiunto le 101 mila copie vendute
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Una fila interminabile in cerca di un suo autografo, nella Polignano ispiratrice del suo romanzo. Dopo due ore dall'intervento sul palco, allestito all'ombra del palazzo dell'Orologio, in una delle piazze dedicate al festival "Il Libro Possibile", Luca Bianchini era ancora lì a scrivere dediche, proprio davanti alla Chiesa Matrice dove ha immaginato il matrimonio-evento al centro del suo ultimo libro "Io che amo solo te". Un rito che ha gustato fino all'ultimo, senza mostrare alcuna fretta e divertendosi.
"La gente crede sempre che firmare copie disturbi l'autore e invece proprio no. Credo davvero che sia Il modo migliore per essere vicino ai suoi lettori, capire cosa li appassiona, scambiarsi opinioni. Qui a Polignano c'è stato un affetto incredibile. Questo posto mi ha dato così tanto, per la storia che ho scritto e ancora per quest'accoglienza. Da quando ho varcato l'arco che porta al centro storico, fino alla piazza, è stato un fermarsi di continuo. Chi mi voleva salutare, chi parlarmi, chi farsi scattare una foto con me. È stato il mio momento da....Elton John!".
E poi c'è stata la carica delle 101 mila copie vendute, una notizia che raggiunge Bianchini proprio nell'amata Polignano. Essere qui le porta sempre tanta fortuna?
Sembra che ci sia proprio un destino scritto da qualche parte. Tra tutti i giorni in cui ti possono dare una notizia come questa, mi arriva proprio quando metto piede a Polignano, proprio poco prima della presentazione del libro. L'ultimo aggiornamento che mi avevano dato parlava di 70 mila copie, ma una volta qui ecco la sorpresa....da non crederci. La cosa più importante è sentire però come viene accolto questo libro, non ci sono state invidie, vedo solo tanto affetto intorno.
Dunque un libro nato su un luogo del cuore e sotto una buona stella, c'è un altro segreto?
Ho vissuto questo romanzo come una festa e racconto di una festa. È forse proprio questo il segreto del successo che ha. La gente si é un po' stufata di storie tristi. C'è un inconscio desiderio di leggerezza. Ma non c'è solo ironia, nella mia scrittura emerge una vena malinconica. D'altra parte in ogni matrimonio c'è il momento in cui ti diverti quello in cui ti emozioni fino a commuoverti.
Qual è il personaggio del romanzo che in questi mesi sente essersi impresso maggiormente nel cuore del pubblico?
Sicuramente Ninella, la mamma della sposa e, in modo sorprendente, Orlando, il fratello dello sposo. Forse merito di un nome glorioso o per l'amore impossibile che insegue. Credo sia un' esperienza così trasversale, tocca un po' tutti il tema dell'amore impossibile. Ma poi devo dire che ogni lettore si riconosce in un piccolo frammento di personaggio, anche nei minori. Ho fatto in modo che anche questi avessero il loro primo piano, come dire, il loro momento di gloria.
Perché un matrimonio pugliese l'ha colpita a tal punto da farne un libro, cosa ha di diverso da tutti gli altri?
Ricordo di essermi stranamente ammutolito sentendone parlare. Di solito sono piuttosto loquace, ma quella sera ascoltavo, avevo tutto il piacere di ascoltare. Certi particolari...Quando sentii che se a una suocera non piace l'abito da sposa, bisogna cambiarlo, anche perché è lei che paga il vestito della sposa...quando avvertii che tutto ciò era vissuto e raccontato come la cosa più normale del mondo, pensai: ma qui si parla un'altra lingua! Stesso pensiero quando mi raccontarono del prefilm. Riprese lunghissime prima di arrivare al giorno delle nozze...non mi sono messo a chiedere come e perché. Ascoltavo. Da lì, da questo piacere, senza cercare un messaggio da trasmettere, nacque l'idea del romanzo.
Si è imbucato a una festa di matrimonio per carpirne meglio gli usi, è stato invitato a una miriade di nozze, di altrettante gliene raccontano. Ma c'è qualche altro aneddoto che l'ha colpita e non ha trovato spazio nel libro?
Tanti. Alcuni li ho saputi ormai a stesura finita, altri erano davvero "troppo" per essere inseriti in un romanzo. Per citarne uno: tra le buste con i soldi che gli invitati tradizionalmente donano durante una festa di nozze, qualcuno aveva avuto la bella idea di inserirci 500 euro fotocopiati fronte-retro, opportunamente ritagliati, forse nella speranza che nella mischia delle buste consegnate non si risalisse mai all'invitato che regalava agli sposi le fotocopie a colori.
Questo romanzo non smette di appassionare il pubblico, ma sta già lavorando a un nuovo progetto o si gusterà ancora per un po' il successo?
Per mia fortuna mi sono venute in mente due storie ancora prima che uscisse questo libro. Mi metterò a scrivere presto, ma per un po' devo fermarmi. Insomma anche il fisico va preservato...
Altre storie, altri luoghi....
Sì, scrivere è viaggiare attraverso i luoghi, trovare ambientazioni diverse. L'ho sempre fatto.
E lo scenario di "io che amo solo te" resterà per Luca Bianchini...
Resterà l'unico luogo al mondo in cui chiamo zii persone che non sono miei parenti e che conosco solo da due anni. Dove ogni volta che torno mi ritrovo intorno a una tavola in campagna, insieme a diciotto, diciannove persone e se arrivo alle 13 e 45 per sedermi a mangiare mi dicono tranquillamente: "perché non vai prima a farti un bagno a mare? Ti aspettiamo". Ogni pranzo domenicale qui è Natale. Qui è festa.