Gli "esercizi" di Irene Chias capovolgono la sensibilità su un tema delicato come la violenza sulle donne. L'autrice prende spunto dalla letteratura, la rielabora, e costruisce un romanzo convincente con sagacia e ironia
di Domenico Catagnano© Ufficio stampa
Diciamocela tutta, questa storia dei femminicidi -e della violenza sulle donne in generale- c'è sempre stata. Orribile e tragica, sicuramente, ma la stiamo scoprendo solo adesso? E anche quella cosa che adesso si chiama stalking. Non è che perché oggi abbiamo trovato una definizione immediata, precisa, vuol dire che prima non esistesse.
L'impressione è della scoperta dell'acqua calda, soprattutto da parte dei media che sguazzano morbosamente sbattendo i mostri in prima pagina, non rendendosi conto che questi mostri diventano tali a causa di altri mostri generandone a loro volta altri ancora. Sarebbe meglio indagare meglio e capire quanto azioni violente siano in realtà più reazioni, distribuire meglio le colpe, non condannare quello che una volta si chiamava "il sesso forte" e che ora, il più delle volte è il "sesso debole". Insomma, siamo davvero sicuri che la spara grossa chi ritiene che -semplificando- ci sono donne che se la cercano?
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Senza saperlo, vi siete sottoposti a un test.
Se condividete tutto o gran parte di quanto avete letto, appartenete al profilo A. Fermatevi pure qui, cari A, non è necessario che andiate avanti, se la pensate così il resto non fa per voi.
Ovviamente siete del profilo B se avete sbarrato gli occhi e avete pensato "ma questo cosa sta dicendo?". E' vostro dovere continuare a leggere. Se ritenete, insomma, che le cose non stiano propriamente così, che femminicidio e stalking non siano solo parole ad uso e consumo del sensazionalismo, e che parlare di violenza sulle donne sia non solo giusto ma necessario, beh, allora, tra i compiti della vacanze segnate quello di leggere "Esercizi di sevizia e seduzione".
Lo ha scritto Irene Chias, brillante autrice siculo-milanese (ma nella sua vita è stata anche francese, inglese e romana) al suo secondo lavoro (dopo "Sono ateo e ti amo"), il primo per Mondadori. Chias si chiede perché la violenza di un uomo su una donna sia riconosciuta come un fatto normale, mentre il contrario non è percepito con la stessa sensibilità. Insomma un uomo che picchia una donna non fa notizia, il contrario riceve una condanna più netta. Stiamo parlando di violenza, attenzione, non di cane-morde-uomo meno importante di uomo-morde-cane.
Anche la letteratura sembra dare ragione alla nostra autrice, che corre ai ripari, diciamo così, in maniera inedita e originale. Inventa un personaggio, l'architetto-precario Ignazia, siciliana di origine ma milanese di nascita, le fa rileggere alcune pagine più o meno famose di libri in cui le donne subiscono violenze e gliele fa interpretare con una variante: a subire le stesse violenze saranno gli uomini. Ignazia di notte diventa Iris, una serial scarer, "spaventatrice seriale".
A questo punto qualcuno potrà alzare il ditino e dire: ma cos'è, un libro dove le donne si vendicano e, poveri maschietti, a subire stavolta sono solo loro? Tranquilli, non è così, la nostra Irene-Ignazia-Iris più che vendicare le donne vuole solo punire gli uomini. Non tutti ovviamente, ma quelli affetti dalla forma più nociva di machismo che fa male in genere, alle donne come agli uomini. Punire, poi... non muore nessuno, tranquilli. Ignazia, come da titolo, prima seduce e poi sevizia, e la violenza della vendetta è solo accennata, nulla più.
Non è paccottiglia da 50 sfumature di grigio, piuttosto "godimento" da 50 gocce d'ossitocina, ossia l'ormone che inibisce le aree del cervello associate al controllo, alla paura e all’ansia e favorisce l’amore e l’orgasmo, ormone che il nostro architetto inietta alle sue vittime. Vendetta più dolce di così...
Chias capovolge qualche brano "maschilista" della Bibbia, Bret Easton Ellis e American Psycho, Arancia Meccanica di Burgess, financo il semi-sconosciuto ai più Mafarka di Filippo Tommaso Marinetti, ma accanto a riferimenti così alti (ci sono anche Saramago, Coetzee e Bolano) ce ne sono altri magari meno letterari ma decisamente più pop. L'autrice si diverte (e fa divertire i suoi lettori) citando Ken & Barbie, Occhi di Gatto, Sex & the City, persino Poochie, l'orribile cagnolino-pelouche che chi ha vissuto tra la bambagia degli anni '80 non può non ricordare.
L'abilità della Chias sta anche in questo: la radice dei temi trattati merita serietà e attenzione, ma il senso della provocazione e il gusto dell'ironia allentano la tensione sfociando in alcune pagine in comicità pura e genuina. E' scritto davvero bene, il libro. Scritto talmente bene che alla fine non vi meraviglierete se le pagine più belle non riguardino tanto la protagonista, la nostra Ignazia seduttrice e seviziatrice, quanto il personaggio maschile, che la Chias analizza nella sua intimità e nella sua sensibilità come raramente un uomo potrebbe fare. Altro che donne vs uomini, altro che libro "al femminile".
Ps: se sei un profilo A e hai continuato a leggere, buon per te. Ora anche tu sai che libro portare sotto l'ombrellone
Pps: profili A e profili B, se siete dalle parti di Taormina il 2 agosto, l'autrice presenterà il libro sulla terrazza del ristorante Opson presso l'Hotel Imperiale.