Oltre settanta opere originali negli spazi dell’Orangerie della Villa Reale fino al 5 novembre. Per la prima volta in Italia tre muri originali dell'artista
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Chi è Banksy? Non è importante saperlo. Ma per capirlo lo è il come, il dove, il quando e il perché. L'autore, ormai da oltre un ventennio, attraversa la scena culturale mondiale (e gli scenari di guerra) mostrando la sua capacità di stare in mezzo al presente con i suoi interventi e i messaggi artistici. Fino al 5 novembre la Villa Reale di Monza presenta la mostra "Banksy. Painting Walls", un grande evento espositivo dedicato al nome più celebre della street art internazionale contemporanea.
Prodotto da Metamorfosi Eventi, in partnership con SM.Art e WeAreBeside, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la mostra, allestita negli spazi dell’Orangerie e curata da Sabina de Gregori, presenta in Italia per la prima volta tre muri (porzioni di muro) originali dell’artista britannico, tre straordinari pezzi provenienti da collezioni private, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018, realizzati a Londra, nel Devon e nel Galles.
Protagonisti di questi tre lavori sono tre adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere da sempre la più sensibile alle tematiche intorno alle quali si muovono gli interessi dell’artista inglese, come la situazione climatica, le disuguaglianze sociali, i migranti, le guerre e i diritti dei popoli.
"Season’s Greetings", apparso a Port Talbot, in Galles, nel dicembre 2018, è stato scelto come immagine della mostra. Si tratta di un’ampia porzione di muro su cui Banksy ha dipinto un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che, però, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone della spazzatura in fiamme. Port Talbot è stata definita dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito.
"Banksy interroga la società contemporanea con potenza: che si tratti del concetto di arte oggi o delle tematiche del secolo, siamo tutti chiamati in qualche modo a prendere coscienza e rispondere agli interrogativi che ci sottopone attraverso immagini e simboli. Con questa mostra, Monza diventa sede di una prima assoluta nazionale che consentirà al visitatore di confrontarsi con un artista di fama mondiale da una prospettiva differente, particolare", spiega Arianna Bettin, Assessora alla Cultura, Villa Reale e Parco e Università. "Questa mostra intende riflettere sul come e il perché le opere di Banksy, originariamente inscrivibili all’interno del movimento della street art e quindi accessibili a tutti, vengano oggi estraniate dal contesto urbano e sacralizzate come oggetti d'arte di nicchia", racconta invece Sabina de Gregori, storica dell’arte e curatrice della mostra.
In mostra, oltre ad altri due muri mai esposti prima in Italia “Heart Boy” e “Robot/Computer Boy”, saranno presenti alcuni pezzi unici che arricchiranno il percorso espositivo, e nel complesso più di settanta opere originali per potersi addentrare nell’immaginario artistico dell'autore. La mostra intende accompagnare il visitatore lungo un percorso caratterizzato inizialmente da un allestimento “scarno” che vuole ricordare gli inizi della carriera di Banksy e la prossimità che poteva avere chiunque passasse davanti le sue opere per la strada. Proseguendo si innescheranno i meccanismi di sacralizzazione che hanno trasformato i suoi lavori in veri e propri feticci: musealizzati, protetti, posti oltre un confine sempre più lontano dallo spettatore. "Nella parte finale – spiega la curatrice - vorremmo che il visitatore sentisse tutta la potenza auratica del mercato. L’esposizione – per la prima volta in Italia – di tre muri originali e mastodontici, del peso di sei tonnellate, vuole stupire e sconcertare, sollevare una domanda: la vera arte di Banksy corrisponde forse al suo processo di sacralizzazione, o quei pochi grammi di vernice avrebbero avuto lo stesso impatto, se lasciati, tra mille altri, su muri anonimi, là dove erano stati impressi?".