DAL 23 NOVEMBRE AL 4 FEBBRAIO

Botero, in mostra a Milano il testamento spirituale del maestro colombiano

"Botero: Via Crucis" al Museo della Permanente è la prima esposizione postuma di uno degli artisti contemporanei più amati dal pubblico

22 Nov 2023 - 15:02
 © Ufficio stampa

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A poca distanza dalla dipartita di Fernando Botero arriva a Milano una mostra che attraverso sessanta opere tra oli e disegni approfondisce uno degli aspetti meno conosciuti di uno dei più importanti artisti contemporanei: il suo rapporto con l’eterno e con la religione. E' questo il contenuto di "Botero: Via Crucis", un vero e proprio testamento spirituale, e anche prima esposizione postuma che apre a Milano dal 23 novembre al 4 febbraio, nel Museo della Permanente. Un'occasione per mettere in dialogo due importanti sedi museali internazionali, il Museo di Antioquia (a Medellin) - da cui proviene la collezione – e la Permanente di Milano, da sempre snodo culturale unico nel suo genere.

La mostra è l'eredità spirituale di Botero

  Presentando l'esposizione, l'ambasciatrice colombiana Ligia Margaritya Quessep Bitar ha spiegato che "la sofferenza e il dolore della via crucis in mostra sono di ieri e di oggi", raccontando: "La Colombia ha vissuto una via crucis di cui Botero è stato testimone, il suo Cristo è un uomo, un Paese, una cultura che piangono di dolore, così come la Madonna della Pietà avvolge suo figlio tra le braccia così come hanno fatto tante altre madri. In questo anelito alla pace, questo ciclo è l'eredità spirituale del maestro". Quello che Botero voleva trasmettere attraverso queste opere è che siamo un unico corpo e un'unica sofferenza.

Le opere in mostra a Milano

 "Via Crucis. La Passione di Cristo" è un ciclo di opere realizzate da Fernando Botero tra il 2010 e il 2011. Nella serie, composta da 27 olii e 33 opere su carta, emerge la tematica religiosa, molto importante per il pittore. Tematica tra l’altro vicina al maestro sin dalla sua prima infanzia trascorsa in quella Colombia così ricca di immagini devozionali e pratiche religiose profondamente radicate nella cultura e nell’iconografia. I colori e le forme morbide tipici dell’opera di Botero vengono però in questa serie attraversate da uno sconvolgimento in cui dolore e tragedia si mescolano, esaltando il linguaggio figurativo che caratterizza l’artista colombiano. Queste opere, dove il dramma fa la propria incursione, sono un’evoluzione e un arricchimento del corpus di Botero. Il tono ironico che permea di solito le sue opere viene qui sostituito da quello della pietas per portare il visitatore a riflettere sulla poesia, il dramma e la potenza rappresentati della Passione di Cristo.

Questa mostra è arrivata al cuore di Medellín, città natale di Botero, durante la settimana di Pasqua del 2012, per i festeggiamenti per gli ottant’anni di vita dell’artista. In quell’occasione il pittore ha deciso di donare la serie al Museo di Antioquia che oggi la presenta per la prima volta postuma alla recentissima morte del Maestro che è sepolto a Pietrasanta. "L'Italia era la sua seconda casa" ha ricordato Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Milano.

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La carriera di Botero

  Fernando Botero è uno dei grandi maestri della contemporaneità: pittore, scultore e disegnatore. Il suo stile inconfondibile lo ha collocato di diritto tra i più importanti artisti che portano avanti la tradizione pittorica nel XX e XXI secolo. A ventiquattro anni Botero dipinge una natura morta con mandolino. In quell’occasione, per la prima volta, l’artista colombiano enfatizza uno degli elementi ritratti aumentandone le dimensioni come mai si era visto prima. Passa poco tempo perché lo stesso trattamento venga applicato anche ai corpi umani, oltre che agli oggetti, creando uno stile che è divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica. Botero non dipinge corpi grassi ma, come lui stesso dichiara, dipinge volumi. 

Da allora Botero costruisce mondi sensuali, popolati di personaggi ricchi di un piacere immenso e felice, attraverso quell’abbondanza tranquilla e suntuosa delle forme che trova la sua maturità verso la fine degli anni ‘70. Il suo lavoro si pone nel solco della grande tradizione pittorica occidentale, attraverso omaggi, reinvenzioni, citazioni ma anche nell’approccio formale e nelle tematiche. Tra i riferimenti che Botero interpreta in modo amplificativo - mai semplicemente imitativo – le opere di Paolo Uccello, Peter Paul Rubens, Diego Velázquez, Paul Cézanne e Pablo Picasso.

Botero è fondamentalmente un artista che pensa attraverso la pittura. Esistono molteplici livelli di lettura e interpretazione della sua opera. Questo aspetto del suo lavoro ricompare nella serie della Via Crucis, sessanta opere tra oli e disegni preparatori che mettono a nudo e svelano uno degli aspetti più intimi e privati del Maestro: il suo rapporto con l’eterno e la religione.

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