Come racconta il vaticanista di Tgcom24 Fabio Marchese Ragona nel suo ultimo libro "Il Caso Marcinkus ", Papa Francesco nel 2014 aveva chiesto che la banca vaticana cambiasse pelle e modificasse il suo statuto ancora fermo al 1990. Ma il suo tentativo di riforma fu fermato
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"Fare le riforme a Roma è come pulire la sfinge d'Egitto con uno spazzolino da denti". Papa Francesco lo aveva ribadito già un anno fa, nel corso degli auguri natalizi alla Curia Romana. Forse perché sapeva bene che il suo tentativo di riformare il Vaticano ha incontrato nel corso degli anni numerosi oppositori e diversi ostacoli. Poco dopo la sua elezione a Vescovo di Roma, Francesco, provò anche a riformare lo Ior e per farlo incaricò una commissione (formata da cardinali, vescovi e laici) di studiare l'Istituto per le Opere di Religione, richiedere alla dirigenza della documentazione e fotografare la situazione della banca vaticana, in modo che il gruppo potesse proporre al Papa una possibile riforma. Bergoglio, dopo un anno di lavoro, chiese che lo Ior modificasse il proprio statuto, ormai troppo obsoleto, fermo ancora al 1990. Ma la commissione riferì al Pontefice che la documentazione richiesta alla "Banca di Dio" non fu mai consegnata.
Uno smacco al Papa, una storia che - a dire di alcuni componenti di quel gruppo di lavoro - aveva riportato l'Istituto per le Opere di Religione indietro di quasi 50 anni, quando a dettar legge all'interno del torrione di Niccolò V c'era il controverso monsignor Paul Marcinkus. Cosa resta oggi di lui all'interno delle stanze della banca d'Oltretevere? È vero che lo Ior si è ormai quasi totalmente rinnovato, come assicura il suo attuale presidente, grazie alla vigilanza dell’Autorità d’informazione finanziaria della Santa sede e alle nuove normative sulla trasparenza entrate in vigore in Vaticano? Oppure persistono ombre e torbide manovre per ostacolare il cambiamento voluto da Papa Francesco?
Il libro di Fabio Marchese Ragona "Il Caso Marcinkus - Il banchiere di Dio e la lotta di Papa Francesco alle finanze maledette" (Chiarelettere, pp.150, 15 euro) racconta gli anni del monsignore americano con lo sguardo sempre rivolto all'attualità, fotografando i lati oscuri che ancora rimangono. E con questo volume emergono nuovi dettagli, nuove testimonianze e documenti inediti ritrovati dall'autore all'interno dell'archivio personale di Giulio Andreotti.
Per gentile concessione dell'editore Chiarelettere, pubblichiamo un breve estratto del volume: