L'autore, il sociologo Asher Colombo, indaga "La morte ai tempi del contagio" e i suoi effetti sulla vita sociale di tutti
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La pandemia di Covid-19 e le severe misure destinate a fronteggiarla hanno scompaginato la vita sociale di tutti. Ma se molte delle occasioni di socialità sono solo sospese, altre sono perdute per sempre. La morte in solitudine di una persona cara in una stanza d'ospedale, la negazione dell'ultimo saluto, l'annullamento o la celebrazione sbrigativa del rito funebre, la frettolosa sepoltura: sono rituali sociali fondamentali che non potranno essere recuperati da chi ha sofferto una perdita durante la lunga emergenza. Quali effetti ha avuto tutto questo sulle credenze, sugli atteggiamenti verso la morte, sulle pratiche funebri? Come abbiamo risposto alle drastiche restrizioni che si sono rese necessarie? Il libro del sociologo Asher Colombo "La solitudine di chi resta. La morte ai tempi del contagio" (Il Mulino) fotografa le reazioni agli eventi drammatici che sta attraversando il Paese, per mostrare il legame che esse hanno con trasformazioni iniziate più indietro nel tempo. Ne emerge l’immagine di una comunità tutt'altro che passiva e anzi capace di utilizzare una vasta gamma di risorse per affrontare l’incertezza di questo tempo difficile.
L'autore di questa indagine, Asher Colombo, insegna Sociologia generale nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Bologna ed è presidente dell'Istituto Cattaneo.
La solitudine di chi resta. La morte ai tempi del contagio
di Asher Colombo
Il Mulino
Pagine 200
€ 18