"Pasolini Clandestinus", a Palazzo Reale di Palermo la mostra di Franco Accursio Gulino
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Tra le voci più autorevoli della critica letteraria italiana, nell'81 vinse il Premio Strega con una biografia su Tolstoj
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È morto, all'età di 92 anni, lo scrittore e critico letterario Pietro Citati. Nato a Firenze il 20 febbraio 1930 da una famiglia nobile di origini siciliane, nella sua lunga riflessione ha spaziato da Omero a Proust, da Leopardi a Goethe, da Manzoni a Kafka. Oltre all'attività di ricerca, è stato anche una delle firme più autorevoli di diversi quotidiani, primo tra tutti la Repubblica.
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Intellettuale a tutto tondo - Scrittore poliedrico, saggista e biografo letterario, ha dedicato diversi suoi studi ai miti dei popoli antichi e della grecità, Omero soprattutto. Si è concentrato anche sull'analisi di dottrine religiose e filosofiche come l'Ermetismo. Come biografo ha ripercorso le vite di autori fondanti del pensiero occidentale, da Manzoni a Goethe passando per Leopardi e Tolstoj. A quest'ultimo dedicò una biografia che gli valse il Premio Strega nel 1981. Nel 1970 aveva vinto il Premio Viareggio di saggistica con Goethe e nel 1981 il Premio Bagutta con Vita breve di Katherine Mansfield.
L'impegno nel giornalismo - Nel corso dei decenni, Citati ha anche collaborato con diverse testate. Negli anni '60 ha scritto per Il Giorno, poi dal 1973 al 1988 è stato critico letterario sulle pagine del Corriere della Sera. Inoltre, dal 1988 al 2011 ha dato vita a una duratura collaborazione con la Repubblica, poi ripresa, dopo una pausa di qualche anno, nel 2017.
Il cordoglio del mondo della cultura - Tanti i messaggi in memoria dell'intellettuale scomparso. Tra questi anche il ministro della Cultura Dario Franceschini. Queste le sue parole: "Con Piero Citati se ne va un grande scrittore e una delle voci più illustri e autorevoli della critica letteraria italiana. È un giorno triste per la cultura che perde un intellettuale rigoroso e mai banale".