L'autore televisivo e giornalista Aldo Dalla Vecchia racconta a Tgcom24 il quinto volume nelle librerie
di Santo PirrottaSessantotto istantanee, ambientate nella provincia veneta degli Anni 70, che raccontano dell'infanzia atipica dell'autore televisivo e giornalista Aldo Dalla Vecchia. Ma che pescano nei ricordi di tutti. Non a caso il nuovo libro, "Piccola mappa della nostalgia" (Pegasus Edition, 120 pagine, 12 euro), è scritto in seconda persona, con un linguaggio limpido e immediato. Tra profumi, colori e immagini: riecco i cartelloni del circo di Moira Orfei, il colonnello Bernacca, Stefania Rotolo, le riviste scandalistiche, ma anche il formaggino Mio, le rosse Rossana, l'ovetto Kinder e le lucciole...
Aldo, come nasce questo libro?
L'idea mi è venuta nell'estate del 2013 e mi ci sono dedicato per tre estati di seguito. Ho sempre pensato molto al passato e ho cominciato a riflettere sugli anni dell'infanzia. Già dal primo libro, 'Rosa Malcontenta', mi erano rimasti dei profumi dentro, dei colori, e finalmente ho dato voce al bambino che sono stato. Non volevo scrivere un romanzo, né racconti. Ma qualcosa di più leggero.
Lo hai diviso in tre fasi...
Fin dall'inizio mi è venuta in mente la parola mappa e ho scoperto che sono sempre divise in fogli, quindi ecco i primi anni della mia infanzia, più sfumati con flash e acquarelli, ovvero i primi anni 70. Il 'foglio due' invece è incentrato sulla metà degli anni 70, e il 'terzo', più breve, risale invece alla fine dell'infanzia. Quando l'Italia stava per cambiare e si preparava al boom degli anni 80 alle porte.
Attraverso la tua infanzia racconti delle cose che fanno parte dei ricordi di tutti...
Nel libro c'è tutto quello che è stato il nostro immaginario e la nostra vita, mi riferisco ai ragazzi che oggi hanno dai 30 ai 70 anni. Ecco quindi il bagnoschiuma Vidal, con il cavallo bianco che correva all'infinito in bianco e nero, ci son le belle di notte, le lucciole, l'ovetto Kinder che era una grande novità, il formaggino Mio legato a un mio trauma.
C'è anche la tv?
Sì. Dalle famose previsioni di Bernacca ad 'Azzurrina' di Maria Giovanna Elmi che prima di diventare annunciatrice faceva dei programmi per bambini. Ma anche Stefania Rotolo, Moira Orfei e tantissimi personaggi che sono stati i protagonisti di quegli anni.
Un ragazzo giovane che legge il tuo libro cosa ci ritrova?
Cose che si ricorda vagamente o che non ha mai conosciuto. Quando un 15enne oggi legge la parola mangiadischi pensa sia fantascienza pura. Non il supporto per ascoltare i 45 giri. La mia mappa stuzzica la curiosità su alcuni personaggi come Marina Marfoglia, personaggi trasversali che erano famosi allora, che stavano sulle riviste scandalistiche, ai tempi non esisteva la parola gossip.
C'è un capitolo dedicato al terremoto. Ce lo racconti?
Sono passati 40 anni esatti, maggio del 76. Racconto di questa paura e spavento. Io già dormivo, tutto si muoveva e mi sono visto scuotere in modo rapido, la mamma ci disse di correre fuori e quella notte dormimmo all'aperto su un materasso portato dal papà. Me la ricordo ancora quella notte profumata e bellissima, in un momento tragico aveva unito un quadretto familiare.
Il racconto più doloroso?
Quello dello 'zaino' in cui racconto la morte del mio papà. Scomparso in un incidente in montagna. L'ho saputo quando è arrivata la bara. Mi ricordo ancora i piedi freddi e nudi sul marmo dei gradini di casa. A un tratto avevo davanti una bara sigillata e il suo zaino. Un momento scioccante, avevo 10 anni, sono quelle cose che ti cambiano la vita.
Il libro sembra quasi scritto per il teatro....
Mi piacerebbe moltissimo. Già il mio primo libro ha avuto tre stagioni teatrali. Mi piacerebbe questa declinazione anche per la 'mappa'. Ha un linguaggio semplice e fluido. Anzi lancio un appello, una delle prossime vite di questo libro potrebbe essere proprio teatrale. Se qualcuno fosse interessato...