DOPPIA USCITA

Dal Bronx alla provincia italiana: la storia del rap sbarca in libreria

In "La storia del rap" e "Rap una storia italiana" Andrea Di Quarto e Paola Zukar ricostruiscono, da punti di vista diversi, la storia di un genere troppo spesso incompreso

di Massimo Longoni
24 Gen 2018 - 10:21
 © ufficio-stampa

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Ignorato, bistrattato, incompreso, criticato. Il più delle volte senza le basi per farlo. Ma anche il genere che più di ogni altro rappresenta le nuove generazioni. E' il rap, e con esso l'universo hip hop che lo contiene. Ci pensano due libri a tracciarne la storia, dalle origini statunitensi allo sviluppo nel nostro Paese, facendo chiarezza su temi e obiettivi: "La storia del rap - 1973-1997" (Tsunami edizioni) di Andrea Di Quarto e "Rap - Una storia italiana" (Baldini & Castoldi) di Paola Zukar.

Disciplina fondamentale del mondo hip hop, al punto che molti confondono la parte per il tutto (le altre tre discipline sono il djing, il writing e la breakdance), il rap è nato come forma di intrattenimento nei quartieri popolari di New York per poi diventare il fenomeno musicale più importante dai tempi del rock'n'roll in grado di diffondersi in tutto il mondo e diventare spesso forma di espressione privilegiata delle ultime generazioni per raccontare il proprio mondo, sia esso quello delle periferie e dell'emarginazione o quello ricco di agi e lussi di chi ce l'ha fatta.

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Ne "La storia del rap - l’hip hop americano dalle origini alle faide del gangsta rap 1973-1997" Andrea Di Quarto ricostruisce la prima parte della grande storia della realtà americana (la seconda parte sarà l’oggetto di un secondo volume). La via intrapresa da Di Quarto è quella del grande affresco, del racconto complessivo, che parte dal contesto e dalla situazione sociale in cui il genere prende piede, per scendere nel dettaglio delle biografie dei singoli protagonisti e dell’analisi delle opere più importanti. Un vero libro di storia che permette di dare spessore non solo artistico a una serie di dischi straordinari. Dalle origini di Dj Kool Herc e Afrika Bambataa alla prima vera esplosione di metà anni 80 con band come Run-DMC, Beastie Boys e Public Enemy, e poi l'emergere della scena Ovest con il gangsta e il g-funk che a inizio anni 90 prende il sopravvento con N.W.A., Ice Cube, Dr. Dre e 2pac. Ampio spazio è per forza di cose dedicato alla rivalità degenerata in una vera e propria faida tra Est e Ovest, che tra il 1996 e il 1998 incendia la scena e lascia sul campo vittime illustri come 2pac e Notorious Big

Di Quarto tratta anche i momenti più caldi senza toni scandalistici o cercare scoop su questa o quella morte. Il tono è sempre quello documentaristico, fondamentale per concentrarsi sul livello di personaggi come Tupac, Notorious, Ice Cube e Snoop Dog. Un modo di procedere che permette di andare oltre la cortina di macchinoni, donne discinte, pistole e catenoni che spesso hanno creato un pregiudizio nei confronti della musica stessa. Il libro arriva alla soglia degli anni 2000, quando iniziano a emergere i primi vagiti del rap americano come lo conosciamo oggi, con l'affacciarsi di una terza costa, quella del Sud, e di personaggi come Jay-Z che, nati come rapper "di strada", si sono trasformati in imprenditori multimilionari.

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Se Di Quarto è lo storico e il narratore, Paola Zukar è la testimone. "Rap una storia italiana" è infatti non solo il racconto ma soprattutto l'analisi dall'interno della nostra scena e di come il nostro Paese abbia accolto (o più spesso respinto) il rap. Da un'appassionata prima e poi addetta ai lavori, come redattrice della rivista "Aelle" e poi manager di artistici come Fabri Fibra, Marracash e Clementino. Quello della Zukar è un saggio che non solo ricostruisce le vicende del genere in Italia, dagli albori di metà anni 90, alla grande crisi tra il 2000 e il 2006, fino all'affermazione dei giorni nostri, ma soprattutto analizza ed interpreta dinamiche e strategie della discografia e dei media nei confronti di un mondo che ancora si fatica a comprendere. 

Se si cercano le classiche ricostruzioni delle storie personali dei singoli rapper o la critica di album fondamentali in questo percorso meglio rivolgersi altrove. "Rap" piuttosto cerca di spiegare il vero significato di un mondo e di un modo di approcciarsi alla musica che nel nostro Paese ancora oggi si tende a voler normalizzare, depurare dai lati più spigolosi, in qualche modo censurare, ignorandone così il significato stesso e la portata. Una realtà, la nostra, dove il rap (o almeno un certo tipo) trova spazio nei talent ma non al concerto del Primo Maggio dove, per tematiche, dovrebbe essere di casa. Una realtà in cui le radio sembrano essere, con pochissime eccezioni, ancora un castello inespugnabile, per le declinazioni più originali e complesse (leggi con una maggiore profondità di scrittura)  del rap, che quindi trova nella Rete il mezzo di diffusione privilegiato. Anche in questo caso un lavoro illuminante per andare oltre la superficie e lasciare per strada qualche pregiudizio.

Andrea Di Quarto
LA STORIA DEL RAP - Dalle origini alle faide del gangsta rap 1973-1997
384 pp.gg - Euro 22
Tsunami Edizioni

Paola Zukar
RAP - UNA STORIA ITALIANA
279 pp.gg. - Euro 16
Baldini & Castoldi

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