Shy Society, l'installazione di Drift a Palazzo Strozzi
© photoElaBialkowskaOKNOstudio
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Un'installazione luminosa site-specific del duo di artisti olandesi si è accesa nel cortile rinascimentale fiorentino
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Sette grandi fiori luminosi che scendono dal cielo come in una danza per illuminare il cortile di Palazzo Strozzi, a Firenze. E' Shy Society, l'installazione site-specific realizzata dal duo olandese Drift, ospitata dal palazzo rinascimentale fino al 26 gennaio 2025. Un'opera che fonde arte, scienza, tecnologia e musica in un'esperienza multisensoriale che sembra una magia.
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Shy Society trascende i confini tra installazione, scultura e musica, trasformando il cortile di Palazzo Strozzi in un palcoscenico immersivo. L'opera di Drift è composta da sette grandi elementi inseriti nello spazio aperto del cortile, che scendono dall'alto muovendosi lentamente e sinuosamente, aprendosi e chiudendosi in una coreografia originale che segue una suggestiva colonna sonora, un brano sinfonico del compositore contemporaneo statunitense RZA. In un’atmosfera di contemplazione e di forte coinvolgimento sensoriale, ogni parte dell’installazione ci appare come un fiore che si dispiega e si ritrae continuamente grazie a un software progettato per imitare i movimenti imprevedibili e naturali dei fiori reali, offrendo così una riflessione sull'interrelazione tra natura e artificio, controllo e meraviglia.
Shy Society trae ispirazione dall'affascinante fenomeno naturale noto come "nictinastia" per cui alcune specie di piante e fiori si chiudono durante la notte e si riaprono all'alba per autodifesa e per conservare le proprie risorse. Questo fenomeno ci induce non solo a riflettere sul concetto di bellezza, tra natura e artificio, ma anche sull'idea di adattamento all'ambiente da parte di tutte le forme di vita. Così come i fiori si aprono e chiudono in risposta ai cicli naturali, anche noi esseri umani siamo chiamati a trasformarci e adattarci alle sfide presentate dal nostro ambiente. L’installazione di Drift diviene quindi un’opportunità per riflettere sul concetto di metamorfosi come parte integrante della vita e su come lo spirito di adattamento sia essenziale alla nostra sopravvivenza. L’opera vede i fiori aprirsi e richiudersi a ritmi diversi creando una coreografia davanti alla quale entriamo in connessione con la natura e le altre persone, in una sorta di comunità. Il continuo movimento dei fiori si intreccia con una colonna sonora che si apre su delicati suoni di arpa, seguiti da pause. Natura, tecnologia e umanità si uniscono in una sincronizzazione che avvolge i sensi.