RIBELLE DELL'HIP HOP

Ecco la storia di Tupac Shakur, il rapper che attirò tutti gli sguardi su di sé

Andrea Di Quarto ricostruisce in "Tupac - Storia di un ribelle" la vicenda dell'artista hip hop assassinato 25 anni fa

di Massimo Longoni
05 Gen 2021 - 09:46
 © Getty

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Ha venduto come nessun altro rapper nella storia e ha vissuto sulla propria pelle tutto quello che ha messo nelle canzoni con una "street credibility" che pochi altri possono vantare. Una vita spinta al limite fino a pagarne il prezzo con la propria pelle. Ancora oggi, a distanza di 25 anni dal suo omicidio, Tupac Shakur è un personaggio punto di riferimento per artisti e appassionati del rap. Andrea di Quarto ne ricostruisce la storia in maniera completa e appassionata in "Tupac - Storia di un ribelle", libro edito da Tsunami e arrivato da poco nelle librerie. 

A trasfigurare Tupac Shakur direttamente nel mito non è stata solo la sua morte tragica, che lo accomuna a tanti personaggi del pop e del rock. Se Tupac (o 2Pac o Makavelli a seconda dei diversi momenti della sua carriera) è ancora un punto di riferimento per chiunque si avvicini all'immaginario hip hop è perché quell'immaginario Tupac lo ha incarnato in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni. Attivista, rivoluzionario, ribelle, intransigente e socialmente impegnato per l'affermazione dei diritti . Ma anche futile, fashionista, conformista e, giusto per aderire agli stereotipi del perfetto gangsta rapper, maschilista. Persino sul fatto se sia stato un angelo traviato o un diavolo tentatore il dibattito è tutt'ora aperto, tra chi vede il suo approdo alla casa discografica Death Row, nelle braccia del padre padrone dai metodi violenti Marion "Suge" Knight, come il momento della corruzione della sua purezza iniziale, contrapposto a chi invece pensa che proprio il carattere incendiario di Tupac abbia esasperato i tratti più estremi di Knight.     

© Ufficio stampa

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Di Quarto maneggia la materia con grande competenza (suoi i due volumi su "La storia del rap" dagli inizi ai giorni nostri editi sempre da Tsunami) e il suo lavoro va a colmare una lacuna che è quella riguardante la produzione su Tupac in italiano. Se infatti in questi anni non sono mancati libri e documentari in lingua inglese che ne hanno ricostruito la biografia e hanno tentato di chiarire la vicenda della sua morte, in Italia il caso Tupac non ha avuto altrettanta attenzione. Avviene oggi, a 25 anni dalla sua scomparsa. Con una scrittura appassionata e rigorosa Di Quarto mette in ordine tutti i tasselli che compongono l'enorme puzzle della figura di Shakur, tasselli raccolti con un approfondito percorso di ricerca che è andato in molti casi alle fonti dirette, con interviste ai protagonisti dell'epoca, ma che ha preso in considerazione anche una vasta bibliografia, produzioni filmate, documenti ufficiali e atti processuali. Viene ricostruita l'intera parabola del rapper, dall'infanzia difficile, vissuta con mamma Afeni in un contesto fortemente politicizzato che sarà alla base della sua formazione politico ideologica, all'affermazione della star internazionale. Passando per i trasferimenti di città in città, da New York a Baltimora (dove frequenta la Baltimore School of Arts) per arrivare a Los Angeles dove diventerà il profeta della scena rap della West Coast, capofila nella faida con la scena East Coast, i cui protagonisti principali erano il fondatore della Bad Boy Records Puff Daddy,  e il rapper The Notorious BIG, ex grande amico di Tupac divenuto poi il suo rivale più acerrimo. 

In tutto questo è inevitabile che una parte importante dell'opera riguardi la morte di Tupac e ciò che è avvenuto dopo di essa. Inevitabile per un artista ucciso a soli 25 anni e con soli 4 album all'attivo. Inevitabile perché pochi mesi dopo a cadere sotto i colpi di pistola di killer ancora oggi sconosciuti sarebbe stato Notorious BIG; inevitabile perché il caso dei due omicidi è tutt'ora un file aperto dove nessuna delle varie ipotesi si è dimostrata inattaccabile (senza contare chi è convinto che in realtà Pac sia ancora vivo); inevitabile perché Tupac era un artista con una vera ossessione per il lavoro, capace di scrivere e registrare nella sua breve vita centinaia di canzoni, lasciando in eredità una quantità di materiale tale da permettere dopo la sua morte la pubblicazione di più album di quelli pubblicati in vita. E anche perché oltre che un simbolo Tupac è diventato un brand, qualcuno di cui sfoggiare il viso su felpe e magliette.       

Il libro è il perfetto compendio per chi ha amato Tupac e vuole avere una seria ricostruzione della sua storia. Ma può essere anche una lettura appassionante per chi non ha mai amato il rap e ha sempre considerato la vicenda Tupac-Notorious una semplice questione di cronaca nera, inevitabile epilogo per due che esaltavano la violenza di strada nei propri testi. E' l'occasione per andare oltre certi pregiudizi e scoprire l'uomo e l'artista che stavano dietro una complessa vicenda dove si mescolano vita e morte, arte e violenza.

Completano il libro la prefazione di Danno di Colle der Fomento, uno dei massimi esponenti del rap italiano, e un'interessante appendice con la spiegazione di tutti i tatuaggi che adornavano il corpo di Tupac.     

Andrea Di Quarto

"Tupac - Storia di un ribelle"

Tsunami edizioni

320 ppgg. - 22 euro

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