Dopo l'inchiesta del "Sole 24 Ore", il coming out arriva con sei tweet ma non tutti sono convinti dell'autenticità della confessione
La traduttrice Anita Raja conferma su Twitter di essere la scrittrice sotto lo pseudonimo di Elena Ferrante, ma la sua casa editrice frena. Su Twitter era apparso un profilo della Raja in cui veniva fatto l'annuncio: "Lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto dei lettori con i libri della Ferrante. Non parlerò mai di Elena Ferrante, né risponderò a suo nome, né dirò nulla riguardo ai suoi libri. Vi ringrazio. Vorrei solo chiedere, ora che la curiosità che durava da anni è stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace".
"Ritengo volgare e pericoloso il modo in cui si è voluti arrivare a pretendere di svelare un'identità violando privacy e regole. Ma pazienza", ha detto la scrittrice dopo l'inchiesta sulla sua identità condotta in Italia dal giornalista italiano Claudio Gatti sul "Sole 24 Ore", e uscita in simultanea negli Usa su "New York Review of Books", in Germania sulla "Frankfurter Allgemeine" e in Francia su "Mediapost".
L'indagine si è basata sull'analisi degli improvvisi guadagni della Raja, ufficialmente traduttrice dal tedesco freelance per Edizioni E/O. In pochi anni i diritti versati dalla casa editrice sono cresciuti del 150 per cento in maniera apparentemente inspiegabile. In concomitanza con la pubblicazione dei vari titoli a firma Elena Ferrante e dei diritti per la trasposizione cinematografica, la Raja avrebbe acquistato poi diversi immobili.
Il giallo sulla vera identità della scrittrice è iniziato nel 1992, anno in cui comparve il suo primo romanzo, "L’amore molesto". Il caso si è di nuovo aperto dopo il boom editoriale de "L’amica geniale" e dei tre romanzi seguenti – "Storia del nuovo cognome", "Storia di chi fugge e di chi resta", "Storia della bambina perduta" -. Tutti i suoi titoli hanno venduto centinaia di migliaia di copie sia in Italia sia all'estero, in particolare negli Stati Uniti e in Francia.
Nel corso degli anni allo pseudonimo letterario sono state date differenti identità, da quella di Marcella Marmo, professoressa di Storia contemporanea all’università di Napoli Federico II, a quella dello stesso marito della Raja, Domenico Starnone, dal critico Goffredo Fofi ai fondatori di E/O Sandro Ferri e Sandra Ozzola.
Da subito sono stati avanzati dubbi sull'autenticità del profilo Twitter da cui sono partite le ammissioni. E/O ha negato a che si tratti di una pagina originale: la casa editrice riferisce di aver "parlato con Anita Raja la quale ha detto di non aver aperto alcun account".