"IO INCOMPATIBILE CON LA CULTURA?"

Elisabetta Sgarbi lascia Bompiani, M. Berlusconi: "Posizioni arroganti"

La presidente Mondadori, in una lettera a "Il Foglio", dà la sua versione della rottura con la ormai ex direttrice editoriale di Bompiani

26 Nov 2015 - 11:06
 © agenzia

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In una lettera al quotidiano "Il Foglio", Marina Berlusconi replica ad Elisabetta Sgarbi, dopo il varo della nuova casa editrice La nave di Teseo, nata in seguito all'addio della Sgarbi a Bompiani dopo l'acquisto di Rcs Libri da parte di Mondadori. "Non capirei - scrive la Berlusconi, tornando su alcune frasi apparse sui giornali e attribuite alla ex direttrice della Bompiani - la libertà della cultura riducendo tutto ad una meschina questione di numeri e denaro. Incompatibile con la cultura? Arroganti".

Dall'acquisto di Rcs Libri allo scontro con Elisabetta Sgarbi - A ottobre Mondadori compra Rcs Libri. Del gruppo Rizzoli ceduto a Segrate fa parte anche la casa editrice Bompiani a capo della quale, al momento del passaggio di proprietà, si trovava Elisabetta Sgarbi. La Sgarbi tenta di non entrare nell'orbita di Mondadori avanzando la richiesta di poter acquistare la casa editrice che così avrebbe potuto "mantenere la propria indipendenza". Ma Marina Berlusconi rifiuta, rassicurando la direttrice di Bompiani che la sua autonomia sarebbe rimasta intatta. Non basta. E Elisabetta Sgarbi, seguita da un nutrito gruppo di autori (tra cui Umberto Eco, Pietrangelo Buttafuoco, Susanna Tamaro, Tahar Ben Jelloun, Michael Cunningham e Hanif Kureishi), abbandona Bompiani e fonda una nuova casa editrice, La Nave di Teseo.

La lettera di Marina Berlusconi - Nella lettera la presidente di Mondadori spiega che "con Elisabetta Sgarbi, che non si era ancora dimessa da direttore editoriale della Bompiani, ho avuto un incontro cordiale. Ho compreso le sue preoccupazioni, almeno quelle dichiarate, e l'ho rassicurata", "solo che Elisabetta Sgarbi non chiedeva rassicurazioni o garanzie. Chiedeva molto più concretamente di acquistare la Bompiani, unica mossa, a suo dire, che avrebbe potuto tutelare per davvero la casa editrice".

"Richiesta legittima - aggiunge -, come legittima è stata la mia risposta da imprenditore: no, per ragioni che mi parrebbe francamente superfluo illustrare, all'indomani di un investimento tanto importante come quello nella Rcs Libri".

"Rifiutare una proposta del genere significa non capire? Secondo me - afferma - significa mantenersi coerenti con un progetto imprenditoriale ed editoriale nel quale credo fermamente e che mi pare qualche buon frutto lo abbia dato".

"Cultura e profitto, valore economico e valore culturale. Un equilibrio - sottolinea - molto delicato ma a cui, se escludiamo il mecenatismo, non è possibile rinunciare. Di buoni, od ottimi, libri ne pubblichiamo parecchi". "Forse - aggiunge - è proprio questa la cosa che non va giù". "Veda lei, direttore - conclude - se questo significa non capire nulla del mondo dei libri" e "se questo denota un'incompatibilità antropologica" ma "essere considerata incompatibile con chi mostra una tale arroganza e un tale disprezzo verso le opinioni e le posizioni altrui non mi dispiace affatto".

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