fino al 18 gennaio

Filippo de Pisis e l'inaspettata bellezza delle piccole cose in mostra a Bologna

Una selezione di opere che riassumono la ricerca e la poetica dell'artista, in bilico tra pittura e letteratura

18 Ott 2024 - 15:36
 © vincenzo ruocco

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E' una pittura incastonata tra il simbolismo e la metafisica, quella di Filippo de Pisis, nella quale i soggetti più umili e banali vengono inondati da una luce nuova, che ne evidenzia l'essenza profonda e l'inaspettata bellezza. Nella mostra "Nascita di un quadro", ospitata dallo spazio espositivo Cubo di Bologna, una selezione di 18 opere fa emergere la poetica dell'artista, tra i maggiori esponenti della pittura italiana nella prima metà del Novecento, affiancando i lavori pittorici a brani letterari, poetici e critici, e approfondendo alcuni aspetti inediti della sua ricerca artistica.

Filippo de Pisis, le opere in mostra a Bologna

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La mostra si sviluppa a partire dal quadro di Filippo de Pisis che appartiene al patrimonio artistico del Museo d’impresa del Gruppo Unipol dal titolo "Paesaggio"(1926): un piccolo dipinto ad olio su tela in cui l’uomo medita sulla propria dimensione rispetto al grande potere della natura.  A questo sono state affiancate altre opere che provengono dall'archivio dell'artista e da importanti collezioni nazionali e che ripercorrono non solo la sua carriera di pittore ma anche quella di letterato, realizzate a Ferrara, poi a Roma, a Parigi, a Venezia, e nella clinica di Brugherio durante gli anni della nevrosi.

I temi della mostra

 Per la mostra a Bologna, le curatrici Ilaria Bignotti e Maddalena Tibertelli de Pisis hanno selezionato 18 opere di Filippo De Pisis, suddivise in due sedi espositive (quella di Porta Europa e quella della Torre Unipol). Il numero contenuto di lavori esposti è frutto di una scelta ben precisa: ognuno dei quadri racchiude in sé l'essenza della poetica del pittore, mettendo in luce le sue caratteristiche e tematiche principali. I dipinti sono idealmente raccolti in sei sezioni: paesaggi, cose, interni, fiori, animali e marine. A fare da fil rouge tra le opere, un sentimento di malinconia e un senso di attesa perenne, temi ricorrenti nei lavori di de Pisis. I soggetti sono spesso quelli classici, come fiori e frutta che compongono le sue nature morte (come "I due pomodori" a "Natura morta con fetta di melone"), che però acquisiscono un carattere estremamente personale poiché caratterizzati dalla percezione e dalla cultura dell'artista.

I soggetti

  La mostra "Nascita di un quadro" propone una sorta di viaggio all'interno dell'opera di Filippo de Pisis, in cui vengono offerti assaggi di tutti i suoi temi principali. Ogni quadro è genesi di una narrazione e viceversa. Le opere, che formano un percorso diacronico, permettono di apprezzare l'evoluzione e il cambiamento del suo stile che nel corso degli anni si fa sempre più sintetico. Il titolo dell'opera "L'anima delle cose" racconta perfettamente l'afflato panteistico che permea il lavoro dell'artista: la sua è un'indagine sofferta sui moti dell'animo e della psiche, un confronto empatico con le cose e i luoghi più semplici e conosciuti. "La scelta di prediligere spesso soggetti umili, quotidiani, anche dimenticati o velocemente fagocitati dalla modernità incalzante – chincaglierie da rigattiere, pesci recuperati sotto i banchi del mercato, cappotti sdruciti e appesi in studi d’artista delabré, baguettes e guanti abbandonati – mescolandoli con i grandi motivi della Natura Morta, quali, in primis, i fiori in tutte le loro fogge, è un modo per convogliare la lente d’attenzione su elementi che diventano personificazioni e interpretazioni dei sentimenti dell’Artista stesso, rivelando indubbiamente echi del simbolismo naturalista di Giovanni Pascoli, tra i poeti amati da de Pisis" hanno commentato le curatrici.

Il rapporto con la scrittura

 Importantissimo nelle opere di Filippo de Pisis è il rapporto con la letteratura, suo primo grande amore. Inizialmente infatti De Pisis si fa strada come scrittore e solo a seguito dell'incontro con Giorgio De Chirico, suo grande amico e in un certo senso mentore, si avvicinerà alla pittura. Per lui la parola e l'immagine si compenetrano a vicenda: scrivere gli serve per crearsi immagini nella mente, e dipingere è un mezzo per raccontare storie. Questo è particolarmente evidenziato nella mostra a Bologna, in cui alle opere pittoriche sono affiancati testi che, se non direttamente collegati, sono affini per tematica e atmosfere.

 

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