A Forlì è in mostra "L'arte della moda: l'età dei sogni e delle rivoluzioni"
© Ufficio stampa | Matisse, Femme et anénomes
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Fino al 2 luglio oltre 300 capolavori e cento abiti tra il 1789 e il 1968 dialogano nelle sale del museo Civico San Domenico, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Mediafriends
La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L'abito che modella, nasconde, dissimula o promette il corpo. L'abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta, cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento, l'arte come racconto e come sentimento del tempo. Dalla Rivoluzione Francese alla Pop Art, fino alla nostra contemporaneità, oltre 300 capolavori d'arte e cento abiti dialogano nella mostra "L'arte della moda. L'età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789-1968", fino al 2 luglio al Museo Civico San Domenico di Forlì.
© Ufficio stampa | Matisse, Femme et anénomes
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In mostra, a Forlì, per "L'arte della moda: l'età dei sogni e delle rivoluzioni", opere da Tintoretto a De Chirico, da Matisse a Mondrian, ma anche da Ferragamo ad Armani, da Coco Chanel a Gucci e Prada. Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, l'esposizione è dedicata proprio all'affascinante rapporto fra arte e moda.
Un percorso espositivo di confronti che comprende oltre 300 opere, tra quadri, sculture, accessori, abiti d'epoca e contemporanei. Così l'esposizione forlivese, la prima del suo genere, somiglia a un vero e proprio kolossal.
Accompagnato dal catalogo edito da Dario Cimorelli Edizioni, il progetto espositivo, infatti, curato dall'architetto Alessandro Lucchi, si è avvalso della preziosa collaborazione dei più importanti musei d'arte, degli archivi, dei musei e maison di moda. L'esposizione porta così in Italia capolavori provenienti da importanti istituzioni museali internazionali. Prestigiosi anche i prestiti degli abiti e degli accessori provenienti da grandi case di moda.
Se il legame tra abito e ruolo sociale è proprio di tutte le civiltà, il principio di cambiamento costante della moda è l'effetto di un lungo processo storico e segna l'avvio della modernità. Mostrare i segni della ricchezza e del potere, farsi vedere ed essere visti assume già con l'Ancien Régime e poi con le Rivoluzioni nell'età borghese un significato programmatico e comunicativo.
La moda si colloca al centro del potere e della sua comunicazione, della società e dei suoi segni simbolici. Sinonimo di lusso e seduzione, è specchio delle contraddizioni contemporanee, travestimento e arte dell'apparire. Cambiano gli stili e cambiano i materiali, si aprono nuove produzioni e con la diffusione cambiano i linguaggi e la comunicazione.
Dalla fine dell'Ottocento e per tutto il Novecento il rapporto tra artisti e moda si fa più intenso: artisti che oltre a ritrarre l'eleganza, disegnano abiti e gestiscono la comunicazione della moda, stilisti che collezionano opere d'arte e ne fanno oggetto di ispirazione o il simbolo della propria contemporaneità.
Anche per "L'arte della moda. L'età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789 - 1968" si conferma la preziosa collaborazione avviata nel 2014 tra la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e Mediafriends, l'Associazione Onlus di Mediaset, Mondadori e Medusa, nel segno di arte e solidarietà, grazie alla quale una parte del biglietto di ingresso alla mostra verrà devoluto per sostenere il progetto "Scuola di Vita", rivolto a ragazze e ragazzi che non hanno ancora trovato una strada.
L'arte della moda. L'età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789 – 1968
dal 18 marzo al 2 luglio 2023
Museo Civico San Domenico, Forlì
Per orari e biglietti cliccare qui