© graziano fantuzzi
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Circa quaranta sculture in ceramica che esplorano il tema della corruzione e del disfacimento dell’ambiente naturale dovuto all’intervento umano
Una tavola imbandita piena di stoviglie sporche e resti di cibo, sacchetti della spesa, cestini di immondizia, fenicotteri dal collo reciso popolato di farfalle, un tartaruga impigliata in una rete da pesca, scarpe logore e nuove forme di vita che emergono dalle macerie del disfacimento umano: "Non è quel che sembra", sono le sculture che compongono la mostra di Bertozzi & Casoni, fino al 7 gennaio al Labirinto della Masone a Fontanellato (PR).
Con le circa quaranta sculture in ceramica raccolte nella mostra "Non è quel che sembra", Bertozzi & Casoni esplorano il tema della corruzione e del disfacimento dell’ambiente naturale dovuto all’intervento umano: un richiamo alla responsabilità collettiva, evidenziando il potenziale di rigenerazione che è custodito nella natura stessa. Le sculture non sono collocate solo nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee, ma lungo tutto il percorso museale in dialogo con spazi e opere presenti in modo da far nascere riflessioni sul complesso rapporto tra uomo e natura oggi.
Il percorso espositivo vero e proprio si apre con la serie delle stagioni, ispirata a quelle di Arcimboldo. Al trionfo di frutta, verdure, fiori e piante si aggiunge però la Quinta stagione, che prende forma da plastica, cavi, scarti dell’uomo. Il deterioramento della realtà si ritrova con la presenza di animali imprigionati in sacchi di plastica e sopra a barili sporchi, fino ad arrivare all’enorme Caretta caretta, creata appositamente per questa mostra: una tartaruga marina che giace su un tavolo veterinario, impigliata nelle reti da pesca gettate dall’uomo, e che forse però proprio grazie all’intervento dell’uomo potrà salvarsi.
La seconda sala offre una visione disincantata della vita umana. Resistenza 2, una delle opere più note di Bertozzi & Casoni, mostra una grande tavola alla fine di un banchetto colma di avanzi di cibo e stoviglie usate, accompagnata da altre opere con piatti sporchi, sacchetti di plastica e cestini di immondizia. Tra i resti di cibi vari ci sono uova rotte, come in Corno e Istantanea, e polipi, in Vassoio Ma: da tutti questi oggetti emerge un ritratto crudo e realistico della società consumistica contemporanea, cristallizzata e sospesa nel tempo.
Nell’ultima sala del percorso, la riflessione costruita con le opere in mostra si evolve verso una nota di speranza. Qui sono infatti esposte nuove forme di vita che emergono dalle macerie del disfacimento umano, con animali e piante che ritornano a popolare ambienti sporcati dall’uomo e fiori che ricrescono su zolle piene di sigarette e cartacce. Il recupero di oggetti “abbandonati” li riporta ad una seconda vita. Questa sala celebra la capacità della natura di rigenerarsi, suggerendo che, attraverso un impegno collettivo e consapevole, è possibile riparare i danni inferti e favorire un futuro più sostenibile.
Bertozzi & Casoni sono un duo artistico nato a Imola nel 1980, composto da Giampaolo Bertozzi e da Stefano Dal Monte Casoni, scomparso nel 2023. Entrambi emiliano-romagnoli, i due artisti si sono formati nell’ambito della ceramica faentina, mezzo espressivo da sempre protagonista delle loro creazioni, riscattando la ceramica dal ruolo secondario in cui l’arte più contemporanea l’aveva relegata e raggiungendo grandi successi anche internazionali grazie alla partecipazione e varie prestigiose mostre all’estero.