© ©Nidaa Badwan - Courtesy l’Artista e Galleria Fumagalli
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© ©Nidaa Badwan - Courtesy l’Artista e Galleria Fumagalli
© ©Nidaa Badwan - Courtesy l’Artista e Galleria Fumagalli
Alla Galleria Fumagalli il progetto dell'artista palestinese in cui si mescolano pensiero induista, Schopenhauer, tradizione araba ed esperienze di vita nella Striscia di Gaza
La necessità di oltrepassare una serie di soglie del proprio percorso artistico e personale ha portato Nidaa Badwan alla sua "Rinascita". Questo è infatti il titolo della mostra dell'artista palestinese con cittadinanza italiana, ospitata dalla Galleria Fumagalli di Milano fino al 15 novembre.
La ricerca artistica di Nidaa Badwan è profondamente influenzata dall’esperienza di crescita nel territorio palestinese (a Deir Al-Balah, nel sud della Striscia di Gaza) nel clima di discriminazione e persecuzione femminile attuate dal regime di Hamas. Le opere sono inoltre permeate dal suo pensiero filosofico, di matrice induista e ripreso anche da Schopenhauer, per il quale la vera essenza delle cose, l’essenza immortale del mondo, è celata alla percezione dell’uomo che, quindi, vive in una condizione di ignoranza e sofferenza. Un pensiero che si mescola alla credenza tradizionale araba secondo la quale ogni nascituro porta con sé una pesante eredità frutto del trascorso emotivo di sette generazioni di ascendenza matrilineare. A questa si aggiungono le emozioni e gli stati d’animo trasmessi direttamente dalla madre al bambino durante il periodo di gestazione. Per ribellarsi a tali condizioni, per emanciparsi dalle tenebre della sofferenza e rompere la catena dell’ereditarietà, l’artista aspira alla propria rinascita.
La opere fotografiche di Nidaa Badwan proposte dalla Galleria Fumagalli ripercorrono l’esperienza intima dell’artista dal suo concepimento nel 1986 alla sua nascita nel 1987, ponendosi come metafora per una rinascenza universale. "Il mio intento è quello di curare me e gli altri attraverso le immagini. L’arte, essendo espressione della profondità di pensiero è rifugio e catarsi al contempo. È terapia che ci permette di sconfessare le atrocità di una vita essenzialmente vocata all’individualismo" ha spiegato.
Alla galleria Fumagalli sono esposte le serie Cento giorni di solitudine (2016), ispirata alla clausura volontaria a seguito di un'aggressione da parte di alcuni miliziani e sulla prima pagina del New York Times; Le Oscure Notti dell’Anima (2020) che documenta l’esperienza di meditata introspezione attuata dall’artista per confrontarsi con i propri demoni; The Game che omaggia il sommo poeta Dante Alighieri nel 700° anniversario della morte; Love behind the Mashrabiya (2023) nata su commissione Museo for Art in Wood di Philadelphia, in cui la griglia della Mashrabiya, invece che celare rivela e fa da sfondo ai soggetti ritratti. Completa il progetto espositivo il film documentario "Rinascita. Nella stanza di Nidaa Badwan" diretto dal regista Andrea Laquidara, nel quale l’artista racconta la propria storia, dalle origini arabe fino al trasferimento in Italia e alla genesi del nuovo progetto artistico.