© Ufficio stampa | Parran Faville di Massimo Uberti
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"Parran faville della sua virtute/ in non curar d'argento né d'affanni". Parola di Dante Alighieri, che con questi versi della Divina Commedia descrive Cangrande, per sottolineare l'amore del signore di Verona verso la sua città piuttosto che nei confronti di fama e ricchezza. Massimo Uberti ha usato proprio le parole del sommo poeta per dar vita all'opera "Parran Faville". "Le idee sono illuminazioni", ha dichiarato l'artista, che ha immaginato il capoluogo scaligero come tante scintille, "e solo attraverso l'intuizione possiamo coltivarle e permettere alla storia e ai nostri luoghi di creare nuovi sguardi e ridefinirne i valori".
"Da Sponda a Sponda" è il titolo della seconda installazione presentata da Uberti in occasione del Mura Festival. Un fascio di luce che taglia in due lo spazio e il tempo, riportando nel presente la memoria della "Catena", sistema di controllo del traffico fluviale sorto durante il medioevo e posizionato, allora come ora, tra Porta Fura e la torre posta nel mezzo del fiume Adige.
Le due opere si inseriscono nell’offerta culturale del Mura Festival, evento che ha luogo dal 1 maggio fino al 17 ottobre 2021, con oltre 650 appuntamenti gratuiti che si svolgono all'interno del Parco delle Mura. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di valorizzare la cinta muraria di Verona, dichiarata nel 2000 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.