© Lucrezia Roda Courtesy Galleria Fumagalli
© Lucrezia Roda Courtesy Galleria Fumagalli
© Lucrezia Roda Courtesy Galleria Fumagalli
© Lucrezia Roda Courtesy Galleria Fumagalli
Alla Galleria Fumagalli di Milano fino al 13 settembre le opere dell'artista coreana, tra tecniche antiche e linguaggio contemporaneo
Void Pagoda 11 © Sang A Han e Galleria Fumagalli
Sang A Han arriva a Milano per la sua prima mostra internazionale. Dal 23 maggio al 13 settembre 2024 la Galleria Fumagalli ospita Black Flame, una selezione di opere realizzate in tessuto di cotone dipinte a mano con il Meok (inchiostro di china), poi imbottite e cucite create per l'occasione. Le tecniche utilizzate sono legate alla tradizione, ma la resa finale è assolutamente contemporanea.
La riscoperta della pittura a inchiostro e l'utilizzo del cucito e del ricamo non sono casuali nelle opere di San A Han. Entrambe sono tecniche antiche e tradizionalmente associate al mondo femminile, e infatti di femminilità parlano i lavori esposti in mostra. Ma non di una femminilità erotica, sensuale ed esibita, ma quella dolce, calda e confortevole della maternità. Le opere, a metà tra il dipinto e la scultura, regalano immagini oniriche, dalla simbologia ricca e ancestrale, quasi totemica, con al centro il corpo della donna. Il linguaggio espressivo ha forti richiami alla cultura coreana, ma risulta universalmente comprensibile.
Sang A Han dipinge sul cotone le sue figure che sembrano arrivare direttamente dal mondo dei sogni. Sono visioni frammentarie di ricordi e sensazioni che provengono dalla sua vita di donna, madre e artista. Sang A Han trasporta sul tessuto le sue esperienze quotidiane e le sue emozioni, poi le ritaglia e le cuce insieme donando loro tridimensionalità. I punti di cucitura che creano il legame tra i vari frammenti sono ben visibili, a sottolineare il gesto di rimettere insieme i pezzi della propria vita, dando così nuova forma e sostanza all'esperienza vissuta.
"Il mio lavoro inizia dai ricordi, non quelli che si imprimono immediatamente nella mente, piuttosto le sensazioni che penetrano lentamente nelle fibre del mio corpo", spiega Sang A Han. E aggiunge: "Credo che nel mio lavoro sia fondamentale la scala delle mie opere. Creo sculture di grandi dimensioni per riscattarle da ciò che viene considerato un 'compito minore'".