© Ansa
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"Todos somos Baco" questo lo striscione con cui è andata in scena "Baccanti", donne modernissime, ragazze dei nostri giorni, Baccanti "furere" e cioè rappresentate dal regista della Fura dels Baus, il catalano Carlus Padrissa, al debutto al Teatro Greco di Siracusa. "E siamo tutti Dioniso" perché tutti possiamo vantare oppure occultare una parte oscura, inconfessati desideri, lotte di potere, invidie o tendere tranelli agli avversari. Padrissa ha scritto che l'idea delle Baccanti contemporanee gli è stata suggerita dalla protesta di migliaia di donne messicane che manifestavano contro il Potere e i suoi abusi sessisti. Musica rap, scarpe da tennis, con tre gruppi di baccanti, sulle rocce, in platea, e in aria a 30 metri d'altezza, aggrappate a una gru con tantissimi bracci e fili d'acciaio, formano sculture viventi, acrobati che intrecciano i loro corpi. Questo lo spettacolo con cui si sono aperte le tragedie greche di Siracusa nell'anno post pandemia. Una menzione particolare per Lucia Carmela Lavia, Dioniso donna, bionda, bravissima, convincente, regge il palcoscenico con la naturalezza di una figlia d'arte, bella come la madre (Monica Guerritore) e teatrale come il padre (Gabriele Lavia), non esce mai dalla scena. Non è la prima volta che il ruolo di Dioniso viene affidato a una donna, ma questo è il più convincente, dicono gli esperti.