© carlotta coppo
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Fino al 3 marzo Palazzo Reale ospita le settanta opere del pittore spagnolo che ne raccontandone il mondo, l'esperienza della Storia, l'attitudine di artista, il pensiero e l'ideologia
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A Francisco Goya Palazzo Reale a Milano dedica fino al 3 marzo 2024 la mostra "Goya. La ribellione della ragione". Un percorso che si snoda attraverso dipinti, incisioni e matrici in rame del pittore spagnolo, raccontandone il mondo, l'esperienza della Storia, l'attitudine di artista, il pensiero e l'ideologia. Lo spazio espositivo raccoglie una settantina di opere che propongono al visitatore un riassunto dell’evoluzione artistica e i temi da lui trattati, raccontando però anche l’uomo e contemporaneamente l’instabile quanto cruento contesto storico e sociale che plasmò in maniera così unica il suo animo artistico e il suo pensiero intellettuale.
Con la sua opera, Francisco José de Goya y Lucientes (1746-1828) ha contribuito a un cambio di paradigma mentale nell’arte spagnola del XVIII e XIX secolo. Pittore della monarchia spagnola, artista colto e accademico, Goya iniziò il proprio percorso con opere legate ai temi tradizionali, cari alla committenza. Nel tempo però sviluppò uno sguardo personale verso soggetti intimi così come verso temi sociali. Il suo approccio alla pittura partiva dalla ragione, da una lucida interpretazione etica e morale della società spagnola del tempo. Attraverso la satira sociale e la rappresentazione della crudeltà della guerra, che portava sofferenza umana prima ancora che glorie militari diede il suo contributo alla critica del potere politico e religioso. Spiazzante per il tempo in cui visse fu il sentimento di pietas verso gli "ultimi" della società: gli emarginati, i poveri, i malati mentali. Un’arte di matrice illuminista, quindi, frutto della ragione ma allo stesso tempo espressiva e profondamente emotiva, tanto da risultare ancora oggi assolutamente moderna.
Le opere che compongono la mostra "Goya. La ribellione della ragione" sono legate da un fil-rouge che è la descrizione dell’Uomo Goya e della profondità del suo animo di illuminato, della sua ‘ragione’. Pur restando sempre profondamente integrato nel suo tempo, l'artista operò una sorprendete apertura alla modernità. Grazie al suo ruolo nella Real Accademia di San Fernando, Goya ha la possibilità di relazionarsi con una cerchia di amici intellettuali fidati, con cui scambia vedute, sensibilità, posizioni politiche, sociali e culturali su quella che fu una lunga e tormentata epoca storica. Tutto questo lo trasferisce nella pittura, Sperimenta egli stesso una rivoluzione della pittura trasformandola in un linguaggio rivoluzionario, in grado di rompere con le regole e l’imitazione dei modelli. Le sue opere sono frutto di esperienze, di sentimenti personali, di passioni e sofferenze, nonché della sua visione del mondo che lo circonda. È uno dei primi artisti a identificarsi con la vita. Il suo stile continua incessantemente a evolversi e, da convenzionale e accademico per sottomettersi alla committenza, assume tratti rivoluzionari nelle ultime fasi della vita dell'artista.
La pittura di Goya nel corso degli anni abbandona la luce per farsi sempre più cupa. I colori scuri, i neri, ricalcano i toni del suo corpo e del suo animo malato e disilluso dalla Rivoluzione Francese, da una società becera che ritrae così satiricamente nei suoi Caprichos, dai disastri e dalle brutture che la guerra segna sui corpi e nelle menti dei più deboli e degli emarginati sociali. Le scene raccontano un personale disagio interiore verso tutto ciò che c’era ‘fuori’, ma anche cariche di una pietas più alta, e profondamente moderna.
Le incisioni permettono a Goya di agire con quella libertà che non gli era concessa nei dipinti su commissione. E' proprio a questo genere di opere che affida il compito di esprimere il suo pensiero più intimo. Ma se la grafica è pur sempre riproducibile in quanto "calco" della matrice in rame, è proprio quest'ultima che costituisce la vera opera d'arte. Nella mostra a Palazzo Reale è possibile ammirare le matrici di alcune delle più importanti e famose opere incisorie di Goya, restaurate e riportate all’antico splendore, è un’occasione unica e irripetibile, anche per l’estrema delicatezza della movimentazione di questi manufatti dai depositi della sede dell’Istituto di Calcografia della Real Academia.
Sebbene non manchino temi di costume, il maggior peso politico e ideologico di cui Goya carica le sue incisioni è incentrato sulla critica alla guerra e sull’irrazionale volo libero dell’immaginario. In questo senso, le sue opere costituiscono una critica, una ‘ribellione della ragione’ di fronte alla mancanza della ragione stessa nella barbarie bellica. Sono una testimonianza di angoscia, di rifiuto, ma allo stesso tempo un richiamo al ritorno dell’ordine della ragione. La fantasia e il sogno servono a liberare l’immaginario. Goya, soprattutto nelle opere che descrivono gli orrori della guerra, utilizza un linguaggio espressivo razionalista: mostra la nuda crudeltà del conflitto armato, senza attribuire colpe e responsabilità, ma solo mostrandone l'orrore che viene perpetrato da entrambe le parti. Descrive e contesta non il singolo evento, ma la sua essenza stessa, il concetto di guerra, mostrando non gli esecutori delle crudeltà quanto piuttosto i risultati. E lo fa cancellando il colore, tendendo sempre più al nero.
Ideato da Novembre Studio, il percorso espositivo si sviluppa simbolicamente dalla luce al buio, seguendo l'evoluzione espressiva di Goya. Ogni sezione è così caratterizzata da un tono di grigio diverso su cui si sviluppa una fascia continua.Il tema della gradualità del colore trova un'unica interruzione nella sezione dedicata alla guerra che utilizza come colore di fondo un vivido rosso sangue.
In questo nuovo appuntamento del progetto "Il Suono dell’Arte", la musica incontrerà l’opera di Francisco Goya. La Filarmonica di Milano si trasferirà a Palazzo Reale per tre giorni, dal 29 novembre al 1° dicembre 2023, eseguendo tre concerti, tutti a ingresso gratuito, presso la Sala delle Otto Colonne, oltre ad altri appuntamenti speciali dedicati alle scuole. Il primo e l'ultimo degli appuntamenti saranno dedicati al compositore Luigi Boccherini, amico di Goya. Nella seconda serata il quartetto Eos eseguirà un programma diviso in tre parti, tutte ispirate ai temi della poetica di Goya trattati nel percorso della mostra.