Un’occasione unica per ammirare opere dei più grandi pittori a cavallo tra Otto e Novecento senza dover attraversare l’oceano
di Lorella Giudici© ufficio-stampa
Per 180 giorni, ovvero dall’8 marzo sino al 2 settembre, il Philadelphia Museum of Art si trasferisce a Milano nella magnifica cornice di Palazzo Reale con una selezione di 50 capolavori. Un’occasione unica per ammirare opere dei più grandi pittori a cavallo tra Otto e Novecento senza dover attraversare l’oceano: Pierre Bonnard, Paul Cézanne, Edgar Degas, Edouard Manet, Paul Gauguin, Claude Monet, Vincent van Gogh, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir fino alle sperimentazioni di Georges Braque, Vasily Kandinsky, Paul Klee, Henri Matisse, Marc Chagall, Constantin Brancusi, Pablo Picasso, passando per il surrealismo di Salvador Dalí e Joan Mirò.
A questi si aggiungono i lavori di tre grandi artiste: Mary Cassatt, Marie Laurencin, Berthe Morisot. L’esposizione, curata da Jennifer Thompson e Matthew Affron, con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, è ancora una volta una felice collaborazione tra il Comune di Milano e Skira, che ne ha anche edito il catalogo.
Tra i capolavori in mostra una Classe di danza (1880) di Degas con un gruppetto di ballerine che si esercita nei passi sulle punte sotto l’occhio vigile del maestro, mentre una domestica (in primissimo piano), che ha appena fatto da chaperon a qualche fanciulla, inganna l’attesa leggendo un giornale, sguaiatamente adagiata sulla sedia. Il colorismo di Degas rende ogni cosa meravigliosa, ma ancor più bello e moderno è quello spazio vuoto che taglia diagonalmente la composizione e che serve per svaporare la luce verso un’ombra calda e avvolgente.
Ma gli impressionisti, con i loro tranche de vie ci sono tutti: Renoir con uno scorcio dei Grands Boulevards (1975) giocato sui toni dei verdi teneri, degli azzurri e dei violetti che si stemperano nel bianco e popolato di una folla i cui corpi si smaterializzano nella luce; Monet, che ci invita a percorrere il suo Sentiero riparato (1873) tappezzato di soffici foglie viola e rosa; Manet e Mary Cassatt, che invece si concentrano su due ritratti di giovani donne, la prima in un sofisticato abito nero protetta dalle mura domestiche e l’altra, in elegante abito rosa e collana di perle, seduta nella platea di uno sfavillante teatro.
Non potevano mancare Cézanne, con uno scorcio del quartiere du Four a Auvers-sur Oise (1873), e Picasso, con un’opera del 1961, un gruppo di tre figure, una Donna e due bambine, dipinto con i colori del mare della Costa Azzurra.
Infine, per chi ama la scultura, segnaliamo una delle versioni del famoso Bacio (1916) di Brancusi: un compatto blocco di pietra su cui l’artista rumeno ha scavato solchi e linee ondulate compiendo una delle più poetiche sintesi dell’amore, tema che ritroviamo anche nell’abbraccio dei due sposi nel magico quadro di Chagall (Nella notte, 1943).
La mostra è prodotta da Comune di Milano e MondoMostre Skira.