L'autrice parla con la malattia ha cui dato nome di SeM, la parte razionale di se stessa, e la affronta a viso aperto, la sfida con una forza di volontà e una voglia di vivere incredibile
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"SeM la mia folle sclerosi multipla" è un libro speciale, unico (Silviarech casa editrice, 153 pagine, 15 euro). L'autrice Elisabetta Salimbeni è malata di Sclerosi Multipla che lei chiama SeM. Questo è un libro scritto con il cuore che entra nel profondo del cuore. Elisabetta parla con SeM, la parte razionale di se stessa, e lo affronta a viso aperto, lo sfida con una forza di volontà e una voglia di vivere incredibile. Elisabetta affronta la vita sempre con il sorriso, nascondendoci le sue quotidiane sofferenze insegnandoci ad apprezzare i veri valori della vita.
Il racconto della scoperta della malattia, delle false illusioni arrivate dalle cure, lo sconforto, gli alti e i bassi, ma soprattutto la voglia di reagire a tutto: quindi i viaggi, la regata, la sfida alla normalità e la voglia di trasgredire persino con un calendario, la passione per i cavalli: tutto questo racconta Elisabetta Salimbeni.
Ecco un estratto del volume:
La mia vita è sempre stata piena di cose, tante cose, certe volte troppe cose. Mi sentivo inadeguata, insicura e triste, perché le situazio- ni non giravano nel verso giusto: delusioni nel lavoro che sembrava quello della mia vita e invece… Quella volta che ho mandato a fare in culo il direttore di quel giornale di discoteche e mi sentivo un leone in una savana senz’acqua! La mia autostima dove l’ho persa? E poi, dove l’ho ritrova- ta? Forse con gli anni, ma è certo che ho indossato un ca- volo di maschera, per molto tempo. Tutti vedevano quello che io volevo dimostrare in quel momento. Tanto stress, che con il tempo era diventato abitudine.
“Stai esagerando, lo sai che se tiri troppo la corda, prima o poi si spezza?”
Shhh, zitto! Gli avvertimenti corporei, non mi creavano nessun allarme, non vedevo nulla di diverso nella mia rou- tine. Giocavo con la mia esistenza, come fanno i bambini con il pongo, cambiando dimensione e forma, prendendo tutto quello che luccicava. Una gazza ladra, ecco cosa sono stata e sono tutt’ora
Credi che non ammettere che ci conosciamo e facciamo parte uno dell’altra ti faccia guarire?”
Certo. Perché io ti guardo dritto negli occhi e da oggi ti chiamo SeM. Come un amico immaginario. E se si dice di tenere gli amici vicini e i nemici ancora più vicini... ecco fatto. Io non sono malata. Tutto questo è un braccio di ferro. Ogni tanto vinci tu, ma qualche volta vinco io.
“Ci stai pensando molto eh? Più al passato o più al presente? O forse, al futuro? Ti stai chiedendo che cosa ne sarà della tua vita, vero?”
Hai deciso di farmela pagare, certo. Io ho sbagliato, quindi devo pagare. Sto pensando a cosa posso aver fatto di così tremendo per meritarmi tutto questo. Non ho mai fatto male a nessuno.
“L’hai fatto a te stessa. E tanto”.
La mia vita non esisteva più. Pianto e disperazione pura. Per un tempo lunghissimo, sono stata in balia delle voci e dei pensieri degli altri. Mi hai azzerato tutte le connessioni cerebrali. Ti odio. Mi rendo conto che ascoltavo e non capivo. O forse non volevo capire cosa realmente mi stava capitando. Volevo vivere, come se tutto fosse un incubo. Mi sarei svegliata. Prima o poi. Ho vissuto di rendita per i primi anni. Le bugie, tenevano botta. Il mio fisico anche. Ti sei fatto sentire, mi hai spezzato le gambe e mi hai umi- liato fregandotene. Sei passato sopra alla mia gioventù e alla mia voglia di fare.