Oltre centomila euro

Il Festival di giornalismo 2014 si faràGrazie alla Rete e al crowdfunding

Per questa edizione niente contributi pubblici. Arianna Ciccone: "Un tale successo in soli 90 giorni non me l'aspettavo proprio".

02 Feb 2014 - 11:59
 © dal-web

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Quando l'anno scorso il Festival di giornalismo di Perugia annunciò di aver chiuso i battenti, per moltissima gente, anche e sopratutto non giornalisti, fu una pessima notizia. Le incomprensioni con gli enti locali avevano messo fine a una esperienza lunga sette anni che aveva di gran lunga varcato i confini nazionali. Il tam tam sui social però spinse l'organizzatrice e "patron" del Festival Arianna Ciccone a tentare la strada del crowdfounding. Il successo è stato immediato e travolgente, superando di slancio l'obiettivo dei 100.000 euro necessari per l'edizione 2014.

Arianna Ciccone, come le è venuta l'idea del crowdfunding?
Da quando l'anno scorso c'è stato l'annuncio della chiusura siamo stati travolti letteralmente da un mare di gente che ci spingeva a continuare, dopo sette anni di Festival. E' stata davvero una spinta dal basso, dalla comunità di Twitter e Facebook che ci invitava ad aprire una campagna di crowdfuding. E così è stato.

Alla fine avete raccolto più di quanto speravate. Oltre 115 mila euro in tempi di crisi non sono uno scherzo, no?
Siamo ben coscienti che siamo in periodo di crisi profonda, con tanto precariato e disoccupazione. Per questo posso dire che non avrei mai creduto che ci saremmo riusciti. Anche perché in Italia non c'è tutta questa familiarità con lo strumento del crowdfunding.

Alla fine è andata bene anche se siete stati costretti a rinunciare al finanziamento pubblico.
Eravamo stati costretti alla chiusura perché gli enti pubblici, alle prese con le strette di Monti, avevano dovuto pubblicare online i bilanci e così scoprimmo che avevano preferito dirottare altrove le risorse. Date queste difficoltà abbiamo deciso che se ci fosse stata una ulteriore edizione del Festival di giornalismo, questa sarebbe stata fatta solo rifiutando il contributo pubblico. E così è stato.

Come si vivono 90 giorni di crowdfunding?

Con una enorme ansia! Si sta col dito a fare in continuazione "aggiorna". Anche perché l'andamento della raccolta dei fondi lo vedi in tempo reale e in certi momenti non ti sembra vero che tante persone diano i loro soldi per il tuo progetto. Una grande soddisfazione.

Chi sono i donatori?
Abbiamo avuto donazioni da un pubblico molto vasto. Alcune sono arrivate dall'America, dalla Russia o dalla Finlandia.I ragazzi dei licei di Perugia hanno fatto una raccolta e hanno donato 1000 euro. Ma la cosa più sorprendente è che anche dopo aver raggiunto l'obbiettivo dei 100.000 euro, la gente ha continuato a donare e ora siamo a 115.000. Questo significa che c'è un desiderio fortissimo di far parte della community del Festival. Molta gente poi non è nemmeno così vicina al mondo dei media e questo inorgoglisce ancora di più. Comunque dnon dobbiamo dimenticare che ci sono anche sponsor privati importanti che hanno contribuito.

Forse allora non è così vero che la gente non ne può più dei giornalisti.
Sicuramente c'è ancora voglia di un giornalismo buono, fatto per il cittadino. Certamente in Italia c'è da ricostruire un rapporto con il pubblico, esattamente come per la politica.

Quindi cosa troveremo in questa edizione 2014?
Intanto diciamo che pubblicheremo sul sito l'elenco dei partecipanti non appena avremo le conferme. In ogni caso quest'anno vorremmo dare un taglio internazionale molto forte, spingendo moltissimo – oltre che sui nostri workshop che restano uno di punti di forza principali del Festival – su due temi fondamentali: lo scoop del Guardian su NSA e Snowden, che rischia di essere lo scoop del decennio e l'ascesa del lettore nell'era dell'open web, cercando di capire cosa succede alle notizie quando si calano nella dimensione social.

E il 2015 sarà ancora crowdfunding?
Non lo so. Ci stiamo ancora pensando. Da un lato c'è la possibilità che il successo di quest'anno possa essere stato un evento unico e irripetibile. Dall'altro penso che forme di crowfunding, magari parziali, possano ancora essere trovate vista la voglia di partecipazione della nostra community.

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