Il reticolo dietro le cose: viaggio fra le stampe visionarie di Escher
© ufficio-stampa
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Una mostra a Roma presso il chiostro del Bramante racconta l'artista olandese, amante dei paradossi e delle geometrie impossibili
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"Cerco di dimostrare nelle mie stampe che viviamo in un mondo bellissimo e ordinato, non in un caos senza regole come spesso ci sembra. I miei soggetti sono scherzosi: non posso fare a meno di ribaltare le nostre incrollabili certezze. Per esempio, siamo sicuri che un pavimento non sia un soffitto? Siamo assolutamente certi di andare verso l'alto quando saliamo le scale?"
Maurits Cornelis Escher, un artista amato dalla cultura hippie come dagli scienziati, gioca con il paradosso. Le sue "immagini interiori" fondono mondi diversi e universi culturali apparentemente inconciliabili, colgono la regolarità geometrica dietro la natura, il paesaggio, un coleottero, e la trasformano in un gioco di forme infinito. "Potrei riempire un'intera seconda vita con il lavoro sulle mie stampe" disse l'artista, autore di 448 fra litografie e incisioni.
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Una mostra a Roma, presso il Chiostro del Bramante dal 20 settembre al 22 febbraio, racconta con oltre 150 pezzi l'opera dell'incisore olandese, anche grazie alla presenza di lavori comparativi di DuChamp, De Chirico, Balla. Escher a Roma visse dal 1923 al 1935: come lui stesso li definisce, gli anni migliori della sua vita. Alle ispirazioni tratte dal paesaggio italiano, tanto quanto dagli arabeschi dell'Alhambra, deve gran parte della sua carriera artistica. E in Italia conosce anche sua moglie.
Escher, figlio di un ingegnere olandese, è uno studente poco promettente, tanto che ufficialmente non si diplomò mai. Ma eccelle nel disegno e frequentando la Scuola di Architettura incontra il suo maestro Jessurum de Mesquita. Tre anni dopo è in Italia per la prima volta. Resta talmente affascinato che ritrae schizzi di qualsiasi cosa: paesaggi, piante, perfino insetti. A Ravello conosce sua moglie, con la quale si stabilisce a Roma.
I borghi italiani ricorrono nella sua opera trasfigurati, il paesaggio sempre diverso, così lontano dal'Olanda pianeggiante, evolve in schemi geometrici secondo modelli matematici precisi. Percorrendo la penisola in lunghi viaggi da nord a sud, Escher scopre la natura e il paesaggio con lo sguardo di un bambino, e ritrae i rapporti segreti tra le cose, l'ordine regolare e misterioso che giace sotto ciò che vediamo.
Escher, a cura di Marco Bussagli
20 settembre 2014 - 22 febbraio 2015
Roma, Chiostro del Bramante
Informazioni e prenotazioni: 06.916.508.451