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In mostra a Milano il mito di Diabolik e delle sue creatrici

Dal 26 marzo al 12 aprile presso l’Urban Center di Milano (Galleria Vittorio Emanuele II)

26 Mar 2019 - 18:34
 © ufficio-stampa

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Dal 26 marzo al 12 aprile, l’Urban Center di Milano (Galleria Vittorio Emanuele II) ospita (dal lunedi al venerdi, dalle 9 alle 20, ingresso libero) la mostra Diabolik. Milano 1962: la nascita di un mito, realizzata dalla casa editrice Astorina, in collaborazione con Wow Spazio Fumetto - Museo del fumetto di Milano e Excalibur, editrice dei romanzi di Diabolik. Il Re del Terrore nasce a Milano nel 1962. Anche le sue creatrici, Angela e Luciana Giussani, sono nate nella città meneghina. Diabolik deve quindi molto a Milano.

La mostra - Ad aprire la mostra è un percorso dedicato alla storia delle sorelle Giussani, e - implicitamente - di Diabolik e Eva Kant, che offre uno spaccato di vita della diabolika redazione. Vista la concomitanza con il Salone del Mobile, nato nel 1961, un anno prima di Diabolik, l’esposizione propone un aspetto poco conosciuto della personalità del Re del Terrore e della sua inseparabile compagna Eva Kant: il loro interesse per il design. I visitatori potranno ammirare tavole e disegni originali in cui compaiono rifugi ispirati a grandi architetture (come la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright e la Maison di Louis Carré di Alvar Aalto) e oggetti del migliore design italiano (come il televisore Algol di Marco Zanuso e Richard Sapper, la lampada Arco di Pier Giacomo e Achille Castiglioni e la lounge chair di Charles & Ray Eames). A corredo della mostra, foto storiche, filmati d’epoca e memorabilia della diabolika redazione.

Diabolik - Nel novembre del 1962 nelle edicole milanesi occhieggia un nuovo fumetto: si intitola Diabolik, si proclama il Re del terrore e ha un formato diverso dai soliti fumetti. Le storie di questo “fumetto del brivido” sono firmate da A. e L. Giussani (Angela e Luciana). Nonostante gli anni Sessanta stiano portando a una nuova indipendenza, per due donne della “Milano bene” è reputato ancora sconveniente scrivere storie per adulti nelle quali il protagonista è un cattivo, diabolico criminale che riesce sempre a scappare alla legge e, come se non bastasse convive con la sua bionda compagna di avventure. E sicuramente il grande successo che ben presto investe questo fumetto “nero”, ancora oggi tra i più venduti sul mercato italiano, sta proprio nella personalità delle sue autrici: due donne belle, colte, spiritose e inquiete che non inventano "solo" una serie, ma un modo tutto loro di fare fumetto, di pensarlo, di scriverlo, di gestirlo, di viverlo.

Le sorelle Giussani - Angela, nata a Milano il 10 giugno del 1922, è estroversa e ribelle. Passa con disinvoltura da una serata di gala, in abito da sera, alla guida di un aeroplano. Non solo, è anche una donna sportiva: va a cavallo, scia, pratica svariati sport, guida un'auto (sua). Ma soprattutto lavora sodo. All'inizio come modella per la moda e la pubblicità, poi come giornalista e redattrice. A ventisette anni sposa l'editore Gino Sansoni: un uomo pieno di idee che ha il coraggio e la sfacciataggine di mandarle in stampa tutte. Al fianco di un personaggio tanto dinamico, Angela sembrerebbe destinata a restare in ombra, e invece riuscirà addirittura a surclassarlo.

Luciana, nata a Milano il 19 aprile del 1928, sorella minore di Angela, si avvicina al mondo dell'editoria qualche anno dopo. Apparentemente più razionale e concreta, all'inizio sembra destinata a una tranquilla carriera di impiegata. Dopo il diploma, trova un buon posto di lavoro presso la Folletto (la nota fabbrica di aspirapolvere). Nell'Italia del dopoguerra, un impiego fisso e ben retribuito è l'ambizione di una vita. Per Luciana, invece, è solo una fase di transizione. Perché lei non si accontenta di stare a guardare le prime avventure editoriali della sorella. E Angela sente il bisogno di coinvolgere Luciana, la cui collaborazione con la Astoria di Sansoni diventa sempre meno "esterna". Finché quella casa editrice non diventa troppo piccola per le due Giussani, che vogliono qualcosa di più. Qualcosa di tutto loro. Così Angela si licenzia a con la liquidazione apre, nel 1960, la sua casa editrice: la Astorina.

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