L'incanto dell'affresco. Capolavori strappati da Pompei a Ercolano, da Giotto a Tiepolo
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La mostra ripercorrere la secolare pratica del distacco delle pitture murali, attraverso le tecniche del "Massello" e dello "Strappo"
Dal 16 febbraio al 15 giugno 2014 presso il Mar Museo d'Arte della Città di Ravenna avrà luogo l'ambizioso progetto espositivo “L'incanto dell'affresco”, realizzato grazie al sostegno della fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna. L'evento è curato da Claudio Spadoni, direttore scientifico del Mar, e da Luca Ciampabilla, ricercatore del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna).
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L'esposizione - La mostra è suddivisa in sei sezioni, ordinate secondo un indirizzo storico-cronologico: dai primi masselli cinque-seicenteschi, ai trasporti settecenteschi, compresi quelli provenienti da Pompei ed Ercolano, agli strappi ottocenteschi, fino alle sinopie staccate negli anni Settanta del Novecento.
L'esposizione ha l'intento di ripercorrere la secolare pratica del distacco delle pitture murali, una storia del gusto, del collezionismo, del restauro, ma anche della tutela di quella parte fondamentale dell'antico patrimonio pittorico italiano, con preziosi prestiti provenienti dall'Italia e dall'estero. Giotto, Pisanello, Andrea del Castagno, Bernardino Luini, Garofalo, Raffaello, Romanino, Correggio, Pontormo, Moretto, Niccolò dell'Abate, Pellegrino Tibaldi, Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Guercino, Tiepolo per citarne solo alcuni, saranno i protagonisti indiscussi della mostra del Mar insieme ad alcune fra le più belle pitture di Ercolano e Pompei.
La tecnica del "Massello" - Le prime operazioni di distacco risalgono ai tempi di Plinio e Vitruvio grazie alla tecnica del “Massello”, ovvero la rimozione dell'opera insieme a tutto l'intonaco e il muro che la ospita, permettendo di portare a Roma le opere conquistate in territorio straniero. Successivamente, nel Rinascimento - nel nord come nel centro della Penisola -, la pratica tornò in auge con lo scopo di lasciare ai posteri porzioni di affreschi che altrimenti sarebbero andate perdute. Così, fra il XVI e il XVIII secolo, vennero traslate la Maddalena piangente di Ercole de Roberti della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Il gruppo di angioletti di Melozzo da Forli dei Musei Vaticani, La Madonna della Mani del Pinturicchio.
L'avvento dello "Strappo" - Ma la tecnica del “Massello” era troppo dispendiosa e così a partire dal secondo quarto del Secolo dei Lumi vienne affiancata, e poi sostituito, dalla tecnica dello strappo, pratica che, tramite uno speciale collante, permetteva di strappare gli affreschi e quindi portarli su tela. La nuova tecnica si diffuse così tanto da poter dare una netta svolta alla conservazione del patrimonio culturale italiano che fino al XIX secolo consentì di mettere al sicuro numerosissimi capolavori della pittura italiana. Tra gli artisti che furono soggetti a questa tecnica innovativa, sia per pura conservazione delle loro opera, che per semplici motivi collezionistici, compaiono Andrea del Castagno, Bramante, Bernardino Luini, Garofalo, Girolamo Romanino, Correggio, Moretto, Giulio Romano, Niccolò dell'Abate, Pellegrino Tibaldi, Veronese, Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e Guercino.
La "Stagione degli stacchi" - Ma la vera prassi estrattista conoscerà la sua più fortunata stagione nel secolo scorso, precisamente nel dopoguerra, quando, dopo l'enorme quantità di bombardamenti che colpirono la nostra penisola, partì la più grande conservazione di opere, proprio grazie alla tecnica dello strappo. Prese quindi avvio la cosiddetta “stagione degli stacchi” e della “caccia alle sinopie”, i disegni preparatori che i maestri tre-quattrocenteschi avevano lasciato a modo di traccia sotto gli intonaci. Grazie a questa rivoluzionaria tecnica, ora è possibile godere delle opere degli artisti più importanti di sempre all'interno dei musei di tutto il mondo, proprio come avrà luogo per quattro mesi al Museo del Mar di Ravenna.
Ravenna, Museo d'Arte della città di Ravenna
Dal 16 febbraio al 15 giugno 2014
Mostra a cura di:
Claudio Spadoni e Luca Ciancabilla