Una nuova figurazione ed il racconto del sé. Mostra a Milano dall' 1 Febbraio al 19 Marzo
di Lorella GiudiciGiuseppe Iannaccone è un collezionista che in quasi trent’anni ha messo insieme una delle più belle raccolte d’arte del Novecento.
Egli non ha scelto le sue opere tra i capolavori degli artisti più celebrati, ma tra quelli più poetici, romantici e inclini al colore del periodo tra le due guerre. La sua collezione alla Triennale di Milano.
Una collezione in mostra che ha come filo conduttore l'uomo colto nell’interiorità dei sentimenti dal collezionista Giuseppe Iannaccone, nella poesia della sua anima, nelle fragilità del suo essere sempre in affanno con la vita, ma anche nella bellezza di un respiro che a tratti sa farsi dolce, divertito e sensuale come un sogno e a tratti pensoso ed introverso come i versi di Montale.
Tra questi due estremi si snodano altre 67 opere, che tessono un racconto di uomini, di luoghi e di oggetti del Novecento con picchi di altissima qualità, come il meraviglioso Taxi rosso di Birolli (1932), con i suoi lampioni azzurri come zucchero filato, i marciapiedi rosa che s'incurvano come la predella di una giostra ed il piccolo taxi parcheggiato davanti a una villetta dai contorni giallo caramella e sul cui tetto sventola il tricolore.
Non a caso, i curatori, Alberto Salvadori e Rischa Paterlini, hanno scelto di aprire la mostra con un piccolo olio di Rosai (L'attesa, 1920) e di chiuderla con lo straordinario e precoce "Vedova: Il Caffeuccio Veneziano, 1942", grande manifesto della migliore scuola espressionista dai colori densi e corposi che riprendono le atmosfere e i riflessi melmosi della laguna, gli azzurri dei cieli veneziani e i caldi riverberi delle luci sugli immancabili specchi della tradizione.
Italia 1920 – 1945 Una nuova figurazione e il racconto del sé
La collezione Giuseppe Iannaccone
La Triennale di Milano | 1 Febbraio – 19 Marzo 2017