Un fascinoso duettare che, con ricchezza di episodi e di memorie famigliari, evoca il sottile piacere di arrotolare una pallina di zucchero e caffè, la sensualità dell'affondare le mani nella pasta frolla e il conforto di quel "quanto basta" che abita nelle ricette
È in libreria "La Cuntintizza" (Mondadori, 276 pp., 19 euro) di Simonetta Agnello Hornby e Costanza Gravina. Si tratta di un fascinoso duetto che, con ricchezza di episodi e di memorie famigliari, contempla tutte le piccole ragioni della bellezza del vivere che costellano la quotidianità del nostro sentire. "Piccole ragioni" che possono essere ospitate nell'accogliente guscio di quella che, nel patrimonio linguistico siciliano, suona come "cuntintizza".
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Il libro nasce da un'intesa, quella fra Simonetta e la nipote Costanza, dalla consuetudine dei loro incontri palermitani e da occasionali considerazioni sul piacere legato al rito dell'aperitivo, ponte fra generazioni e culture diverse. Da quelle considerazioni è stato quasi automatico arrivare alla contemplazione di tutte le piccole ragioni della bellezza del vivere.
Il duetto evoca così il sottile piacere di arrotolare una pallina di zucchero e caffè, la sensualità dell'affondare le mani nella pasta frolla, il conforto di quel "quanto basta" che abita nelle ricette, lo struggimento con cui si accarezza l'oggetto appartenuto a una persona scomparsa, la meraviglia che dispiegano le pale puntute del fico d'India, la delicata cascata di calici, bicchieri e bicchierini colorati. Un esempio di "cuntintizza"? Eccolo: "Adoro mondare la verdura fresca appena raccolta nell'orto, sbucciare patate e cipolle, lavare e tagliare menta e basilico. Mentre risciacquo e tolgo gli insetti rimasti, tra le mie mani, i miei occhi e le foglie ancora piene di linfa si crea un rapporto, come se ambedue, io e la verdura, fossimo consce di far parte del ciclo della sopravvivenza: noi esseri umani e la pianta da cui spunteranno altre foglie".
Un'anteprima per i lettori di Tgcom24: