ANNI D'ORO

La storia del prog italiano, quando la nostra musica pensava in grande

Ne "I 100 migliori dischi del Progressive italiano" Mox Cristadoro analizza le opere più significative di una fase della nostra storia in cui gli artisti italiani si sono messi alla pari con le stelle internazionali

10 Apr 2014 - 07:41
 © ufficio-stampa

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Si fa presto a dire Genesis, Emerson, Lake & Palmer o Van der Graaf Generator. Per qualcuno i mostri sacri del progressive sono stati soprattutto artisti internazionali. Ma c'è stata una scena italiana tanto ricca quanto fiorente, nella quale, nell'arco di un decennio, hanno trovato spazio big come PFM, Area, Banco, Orme, ma hanno anche mosso i primi passi artisti poi evolutisi in altre direzioni, come Franco Battiato, Alan Sorrenti o New Trolls.

"I 100 migliori dischi del Progressive italiano", scritto da Mox Cristadoro, ricostruisce il meglio di quella scena attraverso l'analisi delle opere più significative e rappresentative pubblicate tra il 1971 e il 1976. Ci sono i Goblin di "Profondo rosso", il Banco prima della svolta pop di "Paolo Pa" o "Volo via", ma anche i Cervello di un giovanissimo Corrado Rustici (in seguito produttore-guru di Zucchero), un Claudio Rocchi con Alberto Camerini alla chitarra o i Delirium di Ivano Fossati. Ma si possono anche scoprire i J.E.T., ovvero una formazione embrionale dei Matia Bazar, senza Antonella Ruggiero ma già con Marrale, Cassano e Stellita.

Spulciando schede e formazioni dei gruppi emrge chiaro come il mondo del prog abbia rifornito per tutti gli anni 80 e 90 il meglio del nostro cantautorato, tra solisti come Eugenio Finardi o lo stesso Fossati o musicisti che si sono messi al servizio di altri (uno per tutti il bassista dei Goblin, Fabio Pignatelli, a lungo collaboratore di Antonello Venditti).

La conoscenza della materia che Cristadoro si è costruito sul campo, con anni di collezionismo di dischi del genere, gli permette di andare a scovare dettagli e aneddoti di band note come di riportare alla luce gruppi che sono vissuti lo spazio di una moda passeggera ma che hanno lasciato nel loro passaggio tracce luminose. E anche di fare parallelismi che potrebbero sembrare assurdi se non fossero poi corroborati dall'ascolto e che aprono dei veri e propri mondi inediti. E' particolarmente straniante, per esempio, scoprire le straordinarie affinita sonore tra alcuni passaggi dell'album "Frontiera", dei torinesi Procession e i primi Iron Maiden. Il particolare che mette ko è che l'album degli italiani è datato 1972, ovvero di otto anni antecedente al debutto degli alfieri dell'heavy metal britannico.

Come spesso accade in questo genere di volumi, la struttura a schede consente una lettura complessiva così come un utilizzo enciclopedico. Ma, anche per la passione che Cristadoro riversa nella sua prosa, è un piacere leggerlo da cima a fondo per cogliere tutta la portata di un'epopea unica nel panorama della nostra storia musicale, ricca di spunti e fascinazioni anche per chi non è di stretta osservanza "progressiva".

Mox Cristadoro
I 100 MIGLIORI DISCHI DEL PROGRESSIVE ITALIANO
200 ppgg.
Tsunami Edizioni

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