La seconda edizione ha numeri da record: cinque chili di peso, mille pagine, venti sezioni tante quante sono le regioni italiane, 800 artisti
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Cinque chili di peso, mille pagine, venti sezioni (tante quante sono le regioni italiane), un esercito di 800 artisti e un costo di 95 euro: ecco i numeri della seconda edizione dell’Atlante dell’Arte Contemporanea edito da De Agostini e sostenuto dalla società Start Group. Con il coordinamento scientifico di Daniele Radini Tedeschi e di Stefania Pieralice, il volume (che ha in copertina un bellissimo Achrome di Piero Manzoni) è un utile veicolo di consultazione per contestualizzare l’arte italiana sulla scena nazionale e internazionale, ma anche per esplorarne i valori di vendita.
Il tomo si apre con una sezione dedicata agli indici di mercato, primario e secondario, corredata da griglie che indagano la fascia, la frequenza, il trend e la plusvalenza di ogni artista, oltre che da un giudizio di tecnici ed esperti che tiene conto delle quotazioni, della storicizzazione e del percorso scientifico di ciascun artista rappresentato.
Non un semplice dizionario, dunque, ma uno strumento di arteconomy che sonda i rapporti tra arte e finanza, collezionismo e mercato. Un pratico glossario per gli esperti di settore, ma anche una piacevole lettura per semplici appassionati d’arte.
“L’Atlante opera su due fronti - spiega Radini Tedeschi, - da un lato procede a una mappatura del territorio italiano per ciò che riguarda gli artisti più significativi operanti tra il 1950 e il 2019, classificati in base alla loro regione di nascita; dall’altro è uno strumento per narrare un «racconto globale». In merito a tale ultimo aspetto, in un momento così delicato e stagnante che stiamo vivendo, il volume tende alla valorizzazione del linguaggio artistico italiano nel mondo prospettando un ritratto flessibile, vitale, aperto al dialogo anche con i mercati esteri, perché nella nostra penisola c’è una cultura viva e vibrante che va talvolta riscoperta e talaltra rivalutata”.
Gli artisti vanno da Remo Bianco a Giorgio de Chirico, da Giacomo Balla a Ettore Spalletti, da Umberto Lilloni a Vanessa Beecroft, Marzia Migliora, Francesco Vezzoli, Roberto Cuoghi. In questa panoramica sono però esclusi Boccioni e Modigliani (a quest’ultimo viene comunque dedicato un omaggio per i cento anni della morte), perché scomparsi prima del 1950, ma sono ben rappresentati i protagonisti del minimalismo, del concettuale, dell’arte povera fino alle ultime tendenze.
C’è Massimiliano Fuksas, in veste di pittore, ma ci sono anche Mario Schifano e Jannis Kounellis che, pur non essendo nati in Italia (il primo in Libia, il secondo in Grecia), hanno vissuto e lavorato per tutta la vita nel Bel Paese, come è stato anche per Fontana, de Chirico e Campigli.
Ci sono le nuove generazioni che hanno ottenuto successi alla Biennale di Venezia o a Documenta e i protagonisti di un panorama sempre più variegato e globalizzato, in una riflessione che non dimentica i paradossi e le provocazioni (vedi Comedian di Maurizio Cattelan: una banana appesa al muro con lo scotch, venduta a 120mila dollari e mangiata, nello stupore di tutti, da un visitatore dell'Art Basel di Miami).
Grande attenzione è data ai mercati orientali con la presenza in Italia delle più importanti case d’Asta di Hong Kong e alle gallerie che fanno tendenza come Massimo De Carlo, Lia Rumma, A Arte Invernizzi, Raffaella Cortese, Massimo Minini, Galleria d’Arte Maggiore g.a.m, Galleria dello Scudo, P420, T293, Studio Trisorio. Insomma, un moderno annuario, dalla visione ampia e dettagliata, che vuole essere più che un censimento del passato (di cui fornisce comunque dei punti fermi) uno strumento per intercettare il futuro.