Le "colonne infinite" in mostra a Milano
© gianni-marussi
© gianni-marussi
Alla Triennale quaranta lavori realizzati tra gli anni Cinquanta e Ottanta per ripercorrere la storia e l’evoluzione dell’artista novarese Angelo Bozzola
Nell'ambito del progetto FondARTErritorio, la Triennale di Milano celebra con una mostra lo scultore e pittore Angelo Bozzola.
© gianni-marussi
© gianni-marussi
Sono passati sessant'anni da quando Angelo Bozzola (Galliate 1921 - Desana 2010) nel 1954, partecipò alla X Triennale di Milano che ha rappresentato il suo esordio sulla scena artistica.
L'anno successivo inizia l'elaborazione della monoforma trapezio-ovoidale i cui sviluppi iterativi, spaziali e materici, caratterizzano l'opera futura.
La mostra, composta da 40 lavori (sculture, dipinti e disegni), realizzati tra gli anni Cinquanta e Ottanta, ripercorre la storia e l'evoluzione dell'artista novarese, nell'ambito del progetto FondARTerritorio.
Crea così, come ha scritto lui stesso, “una apertura sul perpetuo divenire degli esseri in successioni sgempre uguali e forme sempre varie, in cui si comprende e concilia la caducità e irripetibilità delle singole vite con l'infinita continuità della vita”.
Elena Pontiggia, curatrice della mostra, afferma: “C'è un rapporto con Brancusi, ma anche con la leggerezza di Calder. Al di là di questi padri nobili, Bozzola ha fatto parte del movimento Mac, Movimento d'arte Concreta, fondato da Soldati, Monnet, Munari e Dorfles nel1948. E' artista che dialoga idealmente con la classicità. La scultura di Bozzola ha qualcosa di lieve, ilare e germinante. L'affermazione può stupire, se pensiamo alle severe e giudiziose dichiarazioni di poetica dell'artista, che parlano piuttosto di una "dislocazione spaziale di monoforma piana trapezio-ovoidale" e di una "realizzazione di composizioni mutabili, scomponibili e iterabili". Eppure, superando dunque il suggestivo scientismo delle sue asserzioni si vedrà che nelle sue "Funzioni di forma" (1954) e, più ancora, nei suoi "Multipli-sottomultipli" (1959), nelle sue "Strutture" e "Iterazioni" degli anni sessanta e settanta, nella sua "Variabilità modulare" (1978), insomma in quelle sue colonne infinite alla Brancusi in cui una dopo l'altra si inanellano piccole forme, c'è qualcosa di più segreto e misterioso."
Orari di apertura: Martedì - Domenica 10.30 - 20.30M; Giovedì 10.30 - 23.00
Ingresso: libero
TRIENNALE - PALAZZO DELL'ARTE
viale Alemagna 6
20121 Milano
Tel. +39 02724341 - info@triennale.it - www.triennale.it