Il festival, per il terzo anno guidato dalla giornalista e storica esperta di Medio Oriente, prende il via il 15 luglio a Sciacca (Ag) con una "madrina" d'eccezione: l'autrice del bestseller "I leoni di Sicilia" Stefania Auci
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Le restrizioni dovute alla pandemia non hanno spaventato i partecipanti a Letterando in Fest 2021, che per l'inaugurazione della dodicesima edizione, prevista per il 15 luglio, hanno esaurito i biglietti disponibili on-line in appena due ore. Una lista d'attesa così lunga che ha costretto la direttrice artistica dell'evento Paola Caridi, per il terzo anno al timone della rassegna che si svolge a Sciacca, nell'agrigentino, a spostare l'evento dall’Atrio Superiore del Comune alla più capiente arena della Badia Grande.
Una decisione resa obbligatoria dalla voglia di assistere all'incontro della direttrice Caridi con Stefania Auci, già ospite della manifestazione negli scorsi anni e autrice del bestseller "I Leoni di Sicilia", che in questa edizione 2021 parlerà del sequel "L'inverno dei Leoni".
Direttrice Caridi, chi sono gli ospiti dell'edizione 2021 e come si spiega il grande entusiasmo del pubblico?
Il programma di quest'anno è più contenuto perché da una parte dobbiamo porci dei limiti in funzione del tempo in cui viviamo, ma dall'altra è stata una scelta attuata per non far sovrapporre nessun evento. Alcuni ospiti arrivano dalla Sicilia, come Roberto Alajmo, Irene Chias e Giosuè Calaciura, ma non mancano nomi internazionali del calibro di Helena Janeczek, vincitrice del premio Strega nel 2018. Stefania Auci sarà ospite dell'inaugurazione: lei era già stata a Letterando in Fest e ritorna quasi in veste di madrina. Quando abbiamo annunciato il suo nome, abbiamo ricevuto così tante prenotazioni da essere costretti a spostare l'evento in una location più ampia. Questa dodicesima edizione vuole essere una riflessione su ciò che è successo, su cosa siamo oggi e sulle nuove prospettive che ci attendono in futuro. Da qui il titolo "Ieri. Oggi. E domani?": un tema ampio, è vero, ma anche molto netto.
Parlando di Stefania Auci, lei ha dichiarato che "ha avvicinato alla lettura persone che si erano allontanate". A chi si riferisce?
Ad ognuno di noi. Il pubblico che ama i libri è un'audience trasversale. Sono persone che hanno una vita frenetica, prese dal lavoro e che non hanno il tempo per staccare. Sono convinta che in provincia si legga di più che in città, forse per dei tempi diversi, più rilassati. Mi riferisco anche a quelli che hanno per abitudine il libro sull'uscio della porta, che sentono di doverlo tenere in casa per una sorta di responsabilità nei confronti della cultura. Una cultura che a volte può dimostrarsi elitaria ma non lo è e per questo bisogna avvicinare e educare la gente. In provincia può accedere in due modi: con iniziative come Letterando in Fest o con i gruppi di lettura. Da sei anni appartengo a un gruppo di lettura e posso dire che in questo periodo tutti siamo cresciuti grazie all'aiuto degli altri. Ad esempio, io non ho mai letto molti gialli, ma per riuscire ad avere un confronto ho iniziato.
Quali sono le difficoltà di organizzare una manifestazione con le restrizioni attuali?
Cerchiamo di vedere il lato non dico positivo ma quantomeno interessante: la pandemia rende tutto più complicato, ma è un'occasione per riflettere di più. Lo scorso anno, Letterando in Fest è stato organizzato nella parentesi estiva che ha preceduto la seconda ondata, con tutte le paure del caso. Ci eravamo attrezzati con le prenotazioni online, la misurazione della temperatura all'ingresso e le autocertificazioni. Quando abbiamo annunciato l'edizione 2021, la prima domanda che ci hanno fatto è stata: 'come possiamo prenotare online?'. È stata una spinta del pubblico, che si è sentito tutelato. Si è trovato bene lo scorso anno e non ha avuto problemi a interiorizzare questa nuova normalità e farla propria.
È un'esperta del mondo arabo e di Medio Oriente, ma possiamo considerarla una cittadina del mondo. Ha vissuto in Germania, Ungheria, al Cairo e per molti anni a Gerusalemme. Come mai la scelta, se vogliamo controcorrente, di approdare nella provincia siciliana?
Perché il mondo è qui. Come lo è a Milano, Roma, Londra, Gerusalemme. Il mondo è dappertutto e questa lezione l'ho imparata grazie a tutti i giri che ho fatto e tutti i posti in cui ho vissuto. A volte uno si trasferisce in una grande città e si convince di vedere il mondo, ma la periferia ha la stessa dignità per essere considerata mondo. Per quanto riguarda la Sicilia in particolare, consideriamo per un attimo la dimensione temporale: questa regione è stata per secoli il cuore del Mediterraneo. È un condensato di mondo. Non dobbiamo cedere agli stereotipi: il sud non è sporcizia e sottosviluppo così come il nord non è l'esatto opposto. I cartografi arabi, in passato, rappresentavano il mondo alla rovescia, con l'Europa a sud rispetto all'Africa. Per noi era sbagliato, per loro no. A volte dovremmo fare come la figura dell'appeso dei tarocchi e invertire la nostra prospettiva. Non ha senso parlare di nord e di sud, perché ci sarà sempre un 'più a nord' e un 'più a sud' rispetto a noi.