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Lo scrittore si è portato a casa la vittoria con "Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio". Quarto Francesco Guccini con "Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto"
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Remo Rapino con "Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio" (edito da minimum fax) ha vinto la 58esima edizione del Premio Campiello. Lo scrittore ha avuto 92 voti sui 264 arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi.
Al secondo posto Sandro Frizziero con "Sommersione" (Fazi), 58 voti, al terzo Ade Zeno con "L'incanto del pesce luna" (Bollati Boringhieri), 44 voti, al quarto Francesco Guccini con "Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto" (Giunti), 39 voti, e al quinto Patrizia Cavalli con "Con passi giapponesi" (Einaudi), 31 voti.
Rapino: "E' stata un bella cosa guaglio'" "E' stata un bella cosa guaglio' poter incontrare tutte queste belle persone. Un'esperienza bellissima, un vero e proprio regalo che ho ricevuto. Un viaggio come nella poesia di Kavafis. Sono felice di essere felice" ha detto Rapino commentando a caldo la vittoria.
La finale in Piazza San Marco L'edizione 2020 del Campiello, che dopo il lockdown si apre celebrando la finale per la prima volta in Piazza San Marco, vince uno scrittore che indaga nelle nostre certezze e false convinzioni e si afferma un piccolo editore, minimum fax. Bonfiglio Liborio "è una figura simbolica che tende con la sua follia a rovesciare le nostre certezze, tra Don Chisciotte e Forrest Gump. Ho ascoltato i suoi passi, la sua voce, con un linguaggio che è un flusso parlato, fatto di ombre di luce, in una lingua un po' bastarda. I romanzi si fanno con le voci, bisogna dialogare" ha sottolineato Rapino che ha insegnato filosofia nei licei, vive a Lanciano dove è nato nel 1951, è al suo secondo romanzo ed è autore di poesie e racconti.
La serata, condotta da Cristina Parodi, con tra i 1.400 ospiti il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, e in prima fila il sindaco di Venezia Luigi Bruganro, si è aperta con un ricordo di Philippe Daverio, lo storico e critico letterario scomparso nella notte tra il 1 e il 2 settembre e per molti anni nella giuria del Campiello.
Nel corso della serata è stato anche consegnato il Premio alla Carriera ad Alessandro Baricco.