Un nuovo libro per l'autrice di "Per 10 minuti" e "Adesso", una favola "accessibile a diversi livelli di età" come racconta la scrittrice a Tgcom24
di Antonella FagàUna fiaba un po' stramba, una storia-fumetto, con le belle illustrazioni di Andrea Paggiaro, più noto con lo pseudonimo di Tuono Pettinato, (uno tra i migliori fumettisti ed illustratori italiani, ndr), un romanzo breve, un racconto sui generis... Questo, ma anche Qualcosa di più è il nuovo libro di Chiara Gamberale (Longanesi Editori), 180 pagine di lettura dai toni leggeri e dai contenuti profondi...
Protagonista è una principessa dal nome un po' insolito Qualcosa di Troppo, figlia del re Qualcosa di Importante e della sua sposa Una di Noi, che incontra il Cavalier Niente e impara che cos'è la noia e il dolce far niente... La sua storia è tutt'altro che banale, perché in fondo è la storia di ognuno di noi, del vuoto che sentiamo spesso dentro e intorno a noi, della vita. Un romanzo di formzione, per crescere e imparare a vivere: "Le nostre due uniche possibilità di patteggiare con il vuoto che abbiamo dentro, e dunque di crescere, sono il dolore e l’amore, la gioia", racconta la scrittrice a Tgcom24.
“Qualcosa” è... una favola illustrata per grandi e piccini... un racconto "di formazione"... Lo posso definire "I dolori della giovane Chiara Gamberale?
Direi i dolori, ma anche le gioie…Perché, proprio come tento di dimostrare con questa storia, le nostre due uniche possibilità di patteggiare con il vuoto che abbiamo dentro, e dunque di crescere, sono proprio il dolore e l’amore, la gioia.
La principessa "Qualcosa di troppo" è iperstimolata, iperattiva e ipersensibile... come gli adolescenti di oggi e ha un grande vuoto dentro, un buco profondo---come gli adolescenti di oggi, che si stordiscono di social network, droghe leggere e finti amori. Adolescenti arrabbiati, che prima implodono per poi esplodere facendosi del male e arrecandone ad altri... Il loro vuoto interiore è il vuoto di una società "poco accogliente" e poco esemplare, la società del "troppo" appunto... Come possono essere aiutati, se non incontrano il loro Cavalier Niente?
Il problema è infatti trovare lo spazio necessario per incontrarlo, perché il Cavalier Niente è la voce scomoda della nostra coscienza…E oggi il rischio è che l’iper-connessione renda gli adolescenti collegati a tutto. Tranne che a loro stessi.
I nomi che hai dato ai personaggi del tuo romanzo-favola mi ricordano "Il piccolo Principe"...
Mentre scrivevo, avevo più in testa Calvino…Ma fra le favole morali che ho amato, fino a volermi confrontare con il genere e scrivere la mia, c’è senza dubbio anche Il piccolo principe.
Morte e innamoramento, i due momenti clou dell'esistenza di una persona e quando finisce un amore... di nuovo morte, lutto. In mezzo c'è la vita... da vivere. Ma è proprio il mal di vivere a permeare l'esistenza di molti, come se ne esce?
Facendo pace con il nostro Cavalier Niente, appunto. E dandogli retta: per lui “il problema della vita è la vita”. Ma, allo stesso tempo, “è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura”.
Con "Qualcosa" ha proprio cambiato stile e genere, qual è stata la genesi del romanzo-fiaba con tanto di illustrazioni? A cosa ti sei ispirata e cosa ti ha guidata?
Da sempre sognavo di confrontarmi con questo genere, come ti dicevo. E’ stato un grande esercizio letterario, ma anche spirituale, asciugare il linguaggio perché il discorso che portano avanti i miei personaggi fosse accessibile a diversi livelli di età.
Dentro al libro però ci sei sempre tu, Chiara Gamberale, con le tue ossessioni e le tue paure, che sono le ossessioni e le paure di tanti, molti... Scrivere ha effetto terapeutico per te? E' la tua psicoanalisi?
Sono la prima paziente dei miei libri: scrivere è proprio la mia cura, è la mia possibilità di “fare pace col Niente”.
"Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira..." quando leggo un tuo libro mi viene sempre in mente questa citazione di Salinger tu chi chiami al telefono quando hai bisogno di parlare con qualcuno?
Ma grazie! Io ho tre, quattro amici che nel romanzo precedente, “Adesso”, ho trasfigurato e chiamato “quelli dell’Arca senza Noè”. Sono la mia famiglia e se hanno bisogno, ci sono sempre, se ho bisogno, loro ci sono.
Amore o amicizia, cosa scegli? E perché?
Posso scegliere un amore dove però non si smetta di essere amici? E’ così amaro che proprio la persona con cui stiamo insieme rischi di diventare quella con cui meno ci confidiamo…Ma è anche naturale: l’amore è una mania, una specie di malattia mentale e chiama in gioco le nostre viscere, il nostro inconscio.
Da "Arrivano i pagliacci", "Le luci nelle case degli altri" a "Per dieci minuti", "Adesso" fino a "Qualcosa", come è cambiata Chiara Gamberale come donna e come scrittrice? E a che punto sei del cammino?
Sono molto cambiata, come cambiano i romanzi pur portando avanti tutti un unico discorso sulla difficoltà di essere noi stessi e di relazionarci al mondo: ogni volta i miei libri nascono da un’urgenza emotiva che si trasforma in una sfida formale e di sfida in sfida spero di essere cresciuta. E di non smettere mai di farlo.
I tuoi titoli si sono... "ristretti", una parola per esprimere grossi temi... "Qualcosa" richiama l'indefinibile, il non quantificabile, il non specificabile...il tutto e il niente, c'è anche questo messaggio nel libro?
Sì, c’è. Ma richiama soprattutto a investire né sul troppo ne sul niente: ma su quel Qualcosa, appunto, di Unico che ognuno di noi è.
Qualcosa
Chiara Gamberale
Longanesi
Pagine: 180
Prezzo € 16.90